Il fenomeno, dalla Calabria, è visibile solo sul finire di agosto. Un’associazione locale lo ha candidato a patrimonio dell’Umanità
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Puntuale come il miracolo di San Gennaro, lo spettacolo si è ripetuto, succede una sola volta all’anno, sul finire di agosto, quando i tramonti incendiano con il fuoco dei loro intensi colori, arancio e rosso, il mare e il cielo. In questo sfondo ardente di porpora si intravede nitidamente la sagoma scura di Iddu, come gli isolani chiamano il vulcano Stromboli, per distinguerlo da “Idda” (l’Etna). Un vulcano chiamato dagli isolani con il nome di “Struognuli”, la trottola siciliana, per la particolare forma dell’isola. Oltre che a Tropea, pare che un fenomeno simile avvenga in un’altra parte del pianeta e precisamente in Indonesia, ma con la particolarità che il sole, invece di tramontare, sorge dal vulcano Bromo.
Ed ecco che allora che la sfera infuocata, tramontando, scende lentamente nel suo cratere, un’illusione ottica dovuta a un particolare allineamento in questo periodo dell’anno, ma che sembra estremamente reale. Uno spettacolo unico, straordinario, che si può ammirare solo da poche località siciliane e da quelle calabresi comprese nel tratto di costa da Pizzo a Tropea. Un fenomeno così fuori dal comune da indurre, negli anni scorsi, un comitato, Calabria Network Mediterraneo, ad avanzare la candidatura del tramonto sullo Stromboli a patrimonio mondiale dell’Umanità essendo presenti i necessari requisiti di unicità, universalità e insostituibilità, oltre a soddisfare le richieste caratteristiche di “fenomeno naturale di importanza estetica eccezionale”.
Da ricordare che le Eolie, le mitiche Sette sorelle, sono già patrimonio Unesco dal 2000 come riserva della biosfera. La bellezza e la forza della natura, dinanzi a cui l’uomo non può fare a meno di inchinarsi. Un momento di pace con il mondo per ritrovare l’Eternità.