Il giorno della verità a quanto a pare, visto che Magorno tramite facebook ha comunicato che prima di allora non rilascerà commenti o dichiarazioni sulle ultime amministrative.


Sotto traccia, tuttavia, qualcosa inizia a muoversi. E se Guerini ha sbloccato il congresso provinciale di Vibo, si aspettano provvedimenti similari per Reggio e Catanzaro dove i segretari provinciali si trovano in situazioni di incompatibilità simili a quelle di Mirabello. Anzi il segretario provinciale di Vibo, che ricopre anche il ruolo di presidente della Commissione regionale “Sanità”, è stato l’unico a presentare le dimissioni dopo essere stato eletto consigliere regionale. Atto che però resta privo di effetti se non si arriva alla celebrazione del congresso.


Sulla gestione complessiva del partito, invece, continuano a crescere i malumori verso il segretario regionale Ernesto Magorno. Da Cosenza e da Lamezia sono i renziani della prima ora a chiedere un cambio di guida, fosse anche un commissariamento. La linea del segretario sarebbe stata troppo appiattita sulle posizioni di governo e avrebbe contribuito a creare una area unica nel Pd calabrese con effetti nefasti sia per il partito che per i risultati elettorali.


Il segretario regionale spera che il tempo guadagnato e il clima di incertezza generale possa giocare a sua favore. In ogni caso Magorno porterà a Roma qualcosa come 11mila firme già raccolte in Calabria a sostegno del referendum costituzionale. Con la speranza che possano bastare a convincere Renzi e salvare la sua leadership.


In attesa c’è anche il presidente Oliverio. Nel partito la sconfitta di Cosenza viene considerata anche una bocciatura per il governatore. E in tanti chiedono un cambio di passo al governo. A cominciare da un ricambio in giunta. I tecnici non convincono. Guccione e Ciconte ne hanno parlato a lungo a pranzo qualche giorno fa in un ristorante della provincia cosentina. E stanno insistendo per riavere lo spazio tolto loro dopo Rimborsopoli. Ma tutti i gruppi in Consiglio sono in fermento e chiedono maggiori spazi.


A spingere ovviamente ci sarà Flora Sculco di Calabria in rete, appena uscita vittoriosa dal ballottaggio di Crotone dove ha rimesso a posto il Pd che aveva governato la città negli ultimi dieci anni. La Sculco, oltre ad essere fuori dalla giunta, non è stata neanche premiata dal giro di deleghe che invece Oliverio ha utilizzato per siglare un accordo di pace con Giovanni Nucera di Sel (altro dissidente) al quale sono andati Sport, Politiche Giovanili, Associazionismo e Volontariato.


Ed allora si capisce che un mini rimpasto che assicuri un esecutivo misto fra tecnici e politici potrebbe anche essere un buon trampolino per Oliverio per provare a ridarsi slancio. Di certo, però, c’è che l’attuale esecutivo non sarà certamente di legislatura e presto verrà rimodulato.


Riccardo Tripepi