Forse Paolo Mascaro non pensava che i primi esami, nella sua gestione amministrativa, arrivassero così in fretta. Insediatosi a giugno, dopo la vittoria nelle elezioni amministrative, il sindaco si trova già davanti a due grossi ostacoli da superare. Ed in entrambi i casi, ricorre il termine dei sessanta giorni. Perché entro questo lasso di tempo, calcolato a partire dal 12 novembre, la Corte dei Conti dovrà dare il suo responso sulla rimodulazione del piano di riequilibrio, che era stato adottato dalla giunta Speranza e che è stato necessario modificare per effetto di alcuni cambiamenti nel frattempo intervenuti, come ad esempio la definitiva vittoria nella querelle con l'imprenditore catanzarese Floriano Noto, sulla questione Borgo Antico: il pronunciamento favorevole del Consiglio di Stato, infatti, ha reso superfluo l'accantonamento, previsto inizialmente nel piano, per far fronte ad un eventuale maxi risarcimento. Qualora il responso sulla rimodulazione, da parte della Corte dei Conti, fosse negativo, sarebbe in automatico dissesto finanziario per il Comune di Lamezia. E qui bisogna dare atto, al sindaco, che lui il dissesto lo ha fortemente combattuto, anche quando, paradossalmente, il ricorso a questo istituto gli avrebbe fatto comodo: sarebbe bastato bocciare il consuntivo 2014 per mandare l'ente in amministrazione controllata delle finanze, con conseguenze che sarebbero tutte ricadute sulle spalle della precedente giunta comunale. Mascaro ha invece prima approvato il consuntivo 2014, poi il bilancio di previsione 2015, poi la rimodulazione del piano di riequilibrio e, infine proprio ieri, l'assestamento del bilancio di previsione. Verrebbe da chiedersi chi glielo abbia fatto fare, considerando che adesso viene anche attaccato dal centro sinistra, perché, a suo dire, "non avrebbe più alibi". Possiamo solo immaginare che, in questo senso, voglia di fare e senso di responsabilità abbiano tenuto il sindaco lontano da ogni logica di ritorsione politica. Certo, quella che tutti chiamavano "operazione verità" sui conti del Comune non è mai avvenuta. Ma questo il sindaco, evidentemente, lo avrà voluto mettere in secondo piano. Quindi, il prossimo 11 gennaio, o comunque entro quella data, sapremo se Mascaro ha avuto o meno ragione. Dove, invece, il sindaco rischia di più, è nella relazione prefettizia sui 16 seggi posti sotto attenzione dal TAR dopo il ricorso di alcuni candidati al consiglio comunale rimasti esclusi: anche qui il countdown è di 60 giorni dal pronunciamento, cioè lo scorso 13 novembre. Il Comune, in questo caso, ci ha anche messo del suo, presentando in ritardo la costituzione dell'ente nel ricorso. Ma il dato sostanziale non cambia: il tribunale amministrativo regionale sospetta che qualcosa non abbia funzionato al meglio, nelle operazioni di scrutinio dello scorso mese di maggio. Motivo per cui ha ordinato al prefetto di Catanzaro una ricognizione sulle 16 sezioni "incriminate". Cosa potrebbe succedere lo abbiamo detto già nei giorni scorsi. Ma va tenuto conto di un aspetto: qualora il prossimo 9 marzo il TAR disponesse la ripetizione del voto in tutte queste sezioni, si aprirebbe di fatto una mini campagna elettorale. Non solo: la vittoria di Mascaro verrebbe congelata e il Comune commissariato. Un vero disastro, se tutto ciò avvenisse, magari, con un dissesto finanziario dell'ente nel frattempo dichiarato. Senza contare il vulnus di mini-elezioni che si terrebbero con scenari politici radicalmente modificati, rispetto ad un anno prima. Al di là delle tifoserie, è chiaro che la pezza rischierebbe di essere peggiore del guaio. A gennaio qualcosa sapremo. E magari si potrà essere più precisi su quello che potrà accadere.

Guglielmo Mastroianni