Oltre sei milioni di spettatori per la prima parte della miniserie Fabrizio De Andrè – Principe Libero, hanno permesso a Rai 1 di vincere la serata di ieri, con il 24,3 per cento di share, surclassando in termini di ascolti l’Isola dei famosi. Un successo che si spiega con la popolarità di uno straordinario cantastorie, De André appunto, che ha segnato la storia della musica italiana con canzoni indimenticabili. Tra le più famose c’è senza dubbio La canzone di Marinella, ispirata a un fatto di cronaca accaduto nel 1953, quando il cantautore genovese aveva 13 anni.

 

Ma chi era Marinella? A questa domanda ci risponde Roberto Argenta, uno psicologo astigiano che, ascoltando De André raccontare in un’intervista televisiva di essersi ispirato a una vicenda di cronaca nera, di una prostituta uccisa e «scaraventata nel Tanaro o nella Bormida», letta su un giornale, è stato spinto ad investigare.

 

Roberto Argenta dalle sue ricerche trae un libro “Storia di Marinella... quella vera” (Neos edizioni) dove dopo tanto tempo dall’accaduto ripercorre le tracce che lo hanno portano a dare luce al fatto di cronaca che colpì così profondamente De Andrè da indurlo a scrivere il suo capolavoro.

 

E proprio nel libro di Argenta, leggiamo che Maria Boccuzzi, la “Marinella” di De André, era una bellissima ragazza calabrese.

Maria era nata l'8 ottobre 1920 nella piccola frazione di Radicena, oggi Taurianova, cittadina in provincia di Reggio Calabria e, all’età di 9 anni, emigra con la sua famiglia a Milano in cerca di miglior fortuna. Appena quattordicenne inizia a lavorare alla Manifattura tabacchi. Qui conosce uno studente spiantato, Mario, di cui s'innamora e che per la sua avvenenza la convince ad abbandonare la famiglia ed il modesto lavoro di operaia per entrare nel mondo dello spettacolo. Ballerina col nome d’arte Mary Pirimpò, conclusasi la storia d’amore, le difficoltà economiche e l'impossibilità di riallacciare i rapporti con la famiglia la portarono velocemente ad un’escalation che la condussero a finire in un giro di prostituzione, sino ad essere uccisa a colpi di pistola nel gennaio 1953 e gettata nel fiume Olona, a Milano. Le indagini non portarono mai all’arresto del suo assassino.

 

La canzone di Marinella - il testo

Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella

 

sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta

 

bianco come la luna il suo cappello
come l'amore rosso il suo mantello
tu lo seguisti senza una ragione
come un ragazzo segue l'aquilone

 

e c'era il sole e avevi gli occhi belli
lui ti baciò le labbra ed i capelli
c'era la luna e avevi gli occhi stanchi
lui pose le sue mani sui tuoi fianchi

 

furono baci furono sorrisi
poi furono soltanto i fiordalisi
che videro con gli occhi delle stelle
fremere al vento e ai baci la tua pelle

 

dicono poi che mentre ritornavi
nel fiume chissà come scivolavi
e lui che non ti volle creder morta
bussò cent'anni ancora alla tua porta

 

questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno , come le rose

 

e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose.