Sino ad alcuni decenni fa la figura di questa sorta di “infermiera” a domicilio era molto diffusa in Calabria. Andava di casa in casa per fare le iniezioni agli ammalati e così riusciva a sbarcare il lunario
Tutti gli articoli di Blog
PHOTO
Sino ad alcuni decenni scorsi quella di andare nelle case a fare le iniezioni era un’attività che permetteva a chi la praticava, se non proprio di sbarcare il lunario, di racimolare il necessario da mettere in tavola. Per la maggiore coloro che praticavano tale incombenza erano donne – almeno una a quartiere - ed il compenso, solitamente in natura, rappresentava un’entrata suppletiva, un aiuto in più alla famiglia. Chi necessitava di tali prestazioni si cacciava l’obbligo con un pacco di zucchero e di caffè, una bottiglia d’olio, una dozzina di uova, … e cose di questo genere.
Nel breve racconto che segue, tratteggio il profilo di una professionista del ramo.
Donna Cettina facìa i perci!
Girava casi casi pe’ tuttu u paisi e perciàva nàtichi tuttu u jornu.
Conosceva tutti, o quasi, i culi di Pizzu e qualche volta, quando non aveva prescia ed era in vena di scherzare stilava una sua classifica, elencandoli in base alla taglia, alla forma e alla solidità: grossu, siccu, musciu, tostu, tundu a mandulìnu, chjàttu, a cucchjàra, a panàru, a cascètta, a baùli, ‘i lignu, cu’ i pirràgghj e chjnu ‘i cocci. ‘Ndavìa nzinifìni, pe’ tutti i gusti e di tutti i manèri!
Quando raccontava questi fatti, rideva lei stessa di gusto, e si vantava che lei li aveva visti tutti mentre nessuno di loro aveva visto il suo. I presenti si ngoscìavanu d’arrisàti c’avènu u si tènunu i hjànghi, tandu ridènu cu’ i lagrimi.
Ovviamente i nomi a chi appartenevano i culi li conosceva solo lei e neanche sotto tortura li avrebbe resi pubblici. Quando qualcuno, con la tattica dell’indovinare, tendava di estorcerle un nome: «Segreto professionali! Si dici u peccàtu, ma no’ u peccatùri!», era la risposta.
Percia = Iniezione.