Qualche giorno fa, vi abbiamo raccontato la vicenda del medico Vincenzo Cesareo, che, mandato a dirigere l'ospedale di Praia a Mare nell'estate del 2017, dal 1° luglio è tornato alla direzione sanitaria dello spoke Cetraro-Paola, l'asse ospedaliero che dirigeva fino a quel momento. Oggi pare che dietro a quel cambio di guardia si celi l'ennesimo presunto scandalo della sanità calabrese, assetata di potere e molto spesso macchiata da personalismi che non tengono conto delle reali esigenze dei cittadini.

Provvedimento illegittimo?

Cesareo ha sempre ritenuto illegittimo il provvedimento che ne sancì il trasferimento nella città dell'isola Dino ed ora un documento sembrerebbe dargli ragione. Stando a quanto trapelato, infatti, il dirigente cetrarese avrebbe dovuto rimanere alla guida dello spoke, perché la commissione di valutazione lo aveva ritenuto idoneo, ma l'ex direttore generale dell'Asp di Cosenza Raffaele Mauro non avrebbe apposto la sua firma sul foglio, circostanza che avrebbe contribuito a lasciare scoperto per quasi due anni un ufficio di estrema importanza per la sanità pubblica, cioè l'ufficio della direzione sanitaria dello spoke Cetraro-Paola. 

I motivi per cui Mauro non avrebbe firmato il documento potrebbero essere ben presto chiariti grazie all'azione legale che gli avvocati di Casareo starebbero per intraprendere nei suoi confronti.

Dissidi interni dietro la mancata firma?

Sembra che tra Mauro e Cesareo non ci sia mai stato un rapporto troppo sereno. Raffaele Mauro, dirigente della sanità troppo vicino alla politica, una permanenza alla guida dell'Asp costellata da errori e polemiche, non avrebbe mai gradito le esternazioni di Cesareo, dirigente medico che negli ultimi anni ha inoltrato una serie di esposti agli organi competenti per denunciare le anomalie della sanità pubblica e privata e i presunti abusi perpetrati dai vertici, non disdegnando mai di fare nomi e cognomi, anche pubblicamente.

Quando Mauro, a febbraio scorso, improvvisamente lascia la guida dell'ente, Cesareo avrebbe fatto l'importante scoperta, che, se venisse confermata, sarebbe un fatto gravissimo.

La vicenda

Come vuole la prassi, ogni 5 anni i medici vengono sottoposti a valutazione da parte dei dirigenti medici. I dirigenti medici, come nel caso di Cesareo, vengono a loro volta valutati da una commissione composta dai direttori sanitari di altri ospedali e dal direttore generale dell'Asp di appartenenza. La commissione si era riunita nel 2017 ed aveva valutato in modo positivo l'operato del medico cetrarese che, in quel momento, si trovava da 5 anni alla guida dello spoke Cetraro-Paola. Ma Mauro quel documento non lo avrebbe firmato pur essendone a conoscenza e di conseguenza Cesareo, che senza autorizzazione non era più idoneo a ricoprire il ruolo, è stato spedito alla direzione della struttura sanitaria di Praia a Mare, impropriamente definita ospedale e ancora in corso di definizione. Nel frattempo, lo spoke, che serve un bacino di utenza di circa 40mila persone, conta diverse sale operatorie e numerosi reparti di specialistica, è rimasto per due anni senza un direttore. Ciò, in 22 mesi, ha fatto registrare numerosi disagi a danno della sanità pubblica, dello stesso personale sanitario e ovviamente dei pazienti.

Il nuovo contratto

In virtù di questa scoperta, l'attuale reggente dell'Asp bruzia, Sergio Diego, ha formulato  un nuovo contratto di lavoro per Cesareo, firmato lo scorso 20 giugno, che lo ha riportato nuovamente al vertice dei due ospedali tirrenici. Il dirigente ha tutte le carte in regola per tornare alla guida dello spoke e, anzi, non avrebbe mai dovuto essere trasferito, perché la commissione incaricata lo aveva valutato idoneo già due anni fa.

L'ipotesi di abusi e la richiesta di risarcimento

Ovviamente, l'episodio ha provocato la reazione di Cesareo, il quale avrebbe incaricato i suoi legali di avviare un'azione risarcitoria esclusivamente nei confronti di Raffaele Mauro, e non l'Asp di Cosenza, proprio perché lo riterrebbe personalmente responsabile di quanto accaduto. Oltretutto, il  medico cetrarese starebbe valutando la possibilità di denunciare l'ex direttore generale dell'Asp anche per individuare nella vicenda eventuali responsabilità penali.