Quante volte chi è di Pizzo ha sentito o ripetuto l’espressione “Cazzuni americanu”, magari in una serata conviviale indirizzata scherzosamente o bonariamente nei riguardi di un amico? Quanti si sono chiesti l’origine di questo modo di dire colorito? Perché proprio americani e non francesi, inglesi, tedeschi o di altri paesi?
Bene, una volta per tutte daremo una risposta ai vostri quesiti.

 

Nel 1943, gli americani, assieme agli altri alleati, sbarcarono in Sicilia e di lì risalirono la Penisola. Molti di questi combattenti, attraversando la Sicilia e a seguire la nostra Calabria, conobbero per la prima volta le piante di fico d’india.

 

Un plotone di americani, giunto dalle nostre parti, si accampò per un breve periodo nella zona della Marinella, a Pizzo, dove le piante di fico d’india crescevano rigogliose. Il contadino, che là si trovava a lavorare, divertito dalle loro espressioni di stupore alla vista dei frutti loro sconosciuti, raccoltene un buon numero e seduta stante sbucciateli, pensò di farglieli assaporare. I soldati americani gradirono molto il generoso gesto del nostro contadino tanto che, notte tempo, pensarono bene di andare a fare man bassa dei prelibati frutti e, staccateli dalle pale delle piante, dove pensate li abbiano riposti?
Nel petto! Avete capito bene, nel petto!

 

Allargandosi il collo della camicia, staccavano e infilavano dentro, tutti contenti del bottino di guerra conquistato.
Il mattino a seguire, il contadino andando nel campo si accorse che nella notte qualcosa era successo alle piante di fichi d’india e ne ebbe l’assoluta certezza quando un ufficiale americano si presentò a lui chiedendo quale fosse il rimedio consigliato per rimuovere le piccole, fastidiosissime spine che il frutto di fico d’india presenta.

 

Ma, la cosa che fece alquanto divertire il contadino, facendolo scompisciare dalle risa all’inverosimile, fu quando vide un buon numero di soldati americani a torso nudo con il petto infiammato e il viso paonazzo.
Eh cazzuni americani! Cazzuni americani!
Ha incominciato a dire. E rideva, rideva che non riusciva più a fermarsi.