«Ci facciamo il bidet con l’acqua minerale, a questo siamo costretti». Un cittadino di Vibo Marina stringe tra le mani un filtro idrico ormai pregno di fango e ruggine. Lo mostra agli altri che come lui hanno deciso di partecipare questa mattina al Consiglio comunale aperto sulla crisi idrica. Una parola, “crisi”, che, con riguardo all’acqua erogata nelle case di Vibo, contiene ogni significato negativo possibile: interruzioni nella fornitura che possono durare anche settimane, melma maleodorante che sgorga dai rubinetti, potabilità sancita solo sulla carta. Il cittadino con in mano il filtro sporco si chiama Salvatore. Si è iscritto a parlare e lo farà di lì a poco, ostentando davanti a sindaco e consiglieri comunali il suo feticcio come emblema di una situazione che si continua a definire insostenibile, salvo poi, nei fatti, doverla sopportare ancora, e ancora, e ancora.

L’esasperazione dei cittadini di Vibo Valentia rischia di degradare nella rassegnazione di chi ormai non ha più memoria di un servizio idrico efficiente, capace di portare nelle case acqua pulita senza soluzione di continuità. Basterebbe questo, perché sulla reale potabilità sembrano averci messo tutti una pietra sopra.

Fu lo stesso sindaco Enzo Romeo ad ammettere con schiettezza, a novembre, durante un altro Consiglio comunale, che non lo è: «Diciamolo – affermò, annunciando l’Assemblea aperta alla partecipazione dei cittadini che si è tenuta oggi – l’acqua a Vibo non è potabile, nonostante le analisi spesso dicano il contrario. Quello che esce dai rubinetti è sotto gli occhi di tutti». Continua a leggere su IlVibonese.it