Cancelli aperti all’Istituto comprensivo Amerigo Vespucci di Vibo Marina, che continua ad accogliere gli studenti per i progetti che vanno avanti anche ad anno scolastico concluso. In un’aula sono infatti in corso le "Lezioni di radio". Il maestro è il noto speaker e giornalista Riccardo Cotumaccio: «Stiamo insegnando ai ragazzi la radio, dalla realizzazione di un poadcast, alla regolazione dell’audio, fino alle basi».

È uno dei tanti progetti realizzati nella scuola diretta da Maria Salvia, la preside dell’accoglienza. Lei che ha promosso laboratori di cucina, musica, teatro, informatica e messo in piedi l’orchestra musicale giovanile diretta dal maestro Mamone. «L'Amerigo Vespucci è la mia grande famiglia che dirigo da 15 anni», dice con fierezza. Un ciclo che ora sta per concludersi.

«Dal primo settembre andrò in pensione perché ho raggiunto i limiti di età. Ma non sempre l’età anagrafica è l’età reale. Io ho ancora tante energie e tanta voglia di lavorare», confessa. «Non sarò più la preside a livello burocratico e formale, ma continuerò a dedicare la mia vita agli alunni. Resterò la preside del cuore per tutti: genitori, alunni,  insegnanti, operatori scolastici».

Maria Salvia ha creato un modello di scuola all’avanguardia. Una scuola dell’accoglienza. Una scuola multietnica. «Abbiamo insegnato ai ragazzi che non c’è distinzione di razza, di religione e di colore». E non è retorica la sua. Ha accolto tutti i bambini, dai piccoli profughi sbarcati sulle coste calabresi, ai bimbi ucraini.

«Una scuola magica - la definisce - che si fonda sull’educazione, ma anche sulla continuità da parte del corpo docente che in questo plesso ha trovato un luogo sicuro e sereno».

Raggiungere il primo piano dello stabile è un’impresa. È infatti un susseguirsi di abbracci e baci.  «Non me ne vado… Non vado da nessuna parte», tranquillizza i suoi  docenti  e il personale scolastico che la stringono forte a sé a testimonianza del forte legame che la donna è riuscita a creare.  Non vuole parlare di sé, ma dei tanti  progetti realizzati, come il nuovo auditorium abbellito dalla parete di foto che immortalano alcuni dei momenti vissuti dai ragazzi della scuola.

«Da quindici anni, ogni mattina, prima di raggiungere la presidenza, entro in ogni stanza per dare il buongiorno». Un rituale che ripete pure durante l’intervista. 

Nella sua stanza resterà tutto intatto, come quella foto di qualche anno fa, che la ritrae con Papa Francesco.  Poi ci mostra la poltrona della presidenza: «Non mi sono quasi mai seduta, questa è la sedia degli alunni. Quando varcano la porta sanno che possono accomodarsi lì e dondolare mentre mi raccontano i loro problemi».

Guarda al passato con nostalgia, ma consapevole di avere dato tanto per questa scuola che non intende lasciare: «Non sono pronta. Forse lo sarò dopo il primo settembre.  La verità – confessa – è che non sarò mai pronta a lasciare questa scuola che rappresenta tutto il mio mondo». Si commuove. Non riesce a trattenere le lacrime.