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VIBO VALENTIA - L’ ordine del giorno sull’emergenza ‘acqua potabile’ ha caratterizzato la seduta del consiglio comunale di ieri a Vibo Valentia. Respinta dall’assise la proposta del consigliere Giovanni Russo, sulla quale però la maggioranza ha traballato paurosamente.
Il consigliere del Partito Democratico ha infatti richiesto al capo dell’esecutivo di emettere ’un’ordinanza cautelativa di divieto d’uso del prezioso liquido proveniente dall’acquedotto sia come bevanda che per la preparazione dei cibi’, nonché di impegnare, ‘in qualità di Responsabile della Protezione Civile, l’Azienda Sanitaria Provinciale affinché ottemperi alle prescrizioni previsti dalle specifiche norme in tema di qualità dell’acqua’.
Ne è venuto fuori un lungo dibattito alla presenza dei rappresentanti del Forum delle associazioni, di Libera e del movimento Compresi gli Ultimi. I cittadini per una volta hanno riempito gli spalti generalmente semideserti. E non sono mancati momenti di tensione. ‘Siete nell’illegalità. Le vostre analisi sono carta straccia’ - hanno urlato i presenti dalle tribune dell’aula, non senza riferimento alle indagini della magistratura sul bacino dell’Alaco che vedono coinvolti decine di amministratori.
Quanto alle verifiche, è emerso, come il comune dal 13 giugno dello scorso anno, non esegua più analisi della qualità dell’acqua in autotutela affidandosi esclusivamente a quelle dell’ASP ‘. A denunciarlo, è stato proprio Giovanni Russo che poi ha precisato come ‘ il servizio non sia stato ad oggi affidato a nessuna società tra quelle accreditate dalla Regione Calabria’.
Sotto la lente d’ingrandimento, ancora una volta, pure l’ordinanza n. 41 di non potabilità del 17 Maggio 2011, che, nonostante il by pass realizzato dalla Sorical, persiste tutt’ora nell’area delle Marinate. Dal momento che sia per il litorale che per il centro del capoluogo l’acqua proviene dalla stessa ‘adduzione’, com’è possibile –ci si è chiesto - che l’ordinanza di non potabilità investa solo i centri costieri?
Così, sul banco degli imputati è finito ancora una volta l’Alaco che per il sindaco, però, <’se curato potrebbe non causare gli attuali problemi’, non hanno convinto del tutto la maggioranza. Tanto che il sindaco, dopo aver affermato che l’acqua è potabile, ha dovuto ingoiare un altro boccone amaro. L’ordine del giorno presentato dal PD è stato sì bocciato come da regolamento, ma i voti ottenuti da Talarico e soci - con la collaborazione dell’UDC di Pino Pugliese e di Azione Democratica di Stefano Luciano – hanno portato a un risultato di parità (11 a 11).
A tradire il capo dell’esecutivo , le assenze registratesi tra le file del Nuovo Centrodestra e quelle di buona parte di Forza Italia. Per il principale inquilino di palazzo "Razza", un dato politico tutt’altro che incoraggiante: le percentuali bulgare e i consensi di quattro anni addietro, sono per lui oggi solo un lontano ricordo.
Presenti, invece, fino alla fine in aula i tre nuovi consiglieri del Gruppo Misto, Raffaele Manduca, Antonio Pagano e Vincenzo De Filippis, che proprio ieri hanno annunciato, in polemica con gli assessori NCD, di lasciare il raggruppamento consiliare guidato da Mario Mazzeo.