Il 23 maggio è ormai giorno iconico. Il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della moglie e della scorta in quel terribile pomeriggio palermitano di Capaci ha concluso l'esistenza terrena di un altissimo profilo di Stato ma ha aperto una nuova era di coscienza popolare e di lotta alle mafie che la 'strategia stragista' non aveva messo in debito conto. La consapevolezza della cultura antimafia da anni fa proficuo proselitismo nelle scuole dove sono tantissimi i giovani che - instradati dai loro docenti - apprendono e mettono in pratica una netta mentalità di rifiuto delle logiche perverse fino ad ora imperanti. 

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A Catanzaro anche gli studenti degli indirizzi liceali in Scienze umane, Linguistico ed Artistico sono molto attivi su questo fronte di impegno sociale.

«L'Istituto di istruzione superiore 'Giovanna De Nobili' - dice a LaC il dirigente scolastico Angelo Gagliardi - da diversi anni progetta e realizza iniziative culturali che sensibilizzano gli studenti alla legalità e al riconoscimento dei valori sociali. Mi piace ricordare il concorso nazionale “Liberi di scegliere” promosso dall’associazione Biesse di Reggio Calabria in cui un allievo dell'Artistico ha vinto un premio; il concorso “Quel fresco profumo di libertà” ideato dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, il gemellaggio che abbiamo realizzato con una scuola di Lomazzo (CO) grazie al quale alcune studentesse hanno partecipato al festival della legalità. Ma soprattutto vorrei rimarcare i due premi vinti al concorso nazionale “Il fumetto dice No alla mafia” promosso dall’associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli e la menzione speciale ottenuta da alcune studentesse per una canzone dedicata a Lea Garofalo in occasione del premio nazionale a lei dedicato». 

Per il 31° anniversario della strage palermitana il De Nobili sarà protagonista con l'associazione "La voce della legalità" di un dibattito pubblico nella sede del comune alla presenza di magistrati.

Come viene inserito l’impegno antimafia nel piano di formazione dei vostri ragazzi?
«La legalità rientra a pieno titolo nel curricolo di educazione civica che il collegio dei docenti progetta ogni anno. Le unità di apprendimento, adeguate all’età e al percorso formativo degli studenti, spaziano dalla “giustizia e diritti per tutti”, all’”etica della responsabilità e della legalità, all’approfondimento del binomio “libertà e partecipazione”. Il tutto in coerenza con i profili educativi e culturali dello studente richiesti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione».

Catanzaro sede di corte d'Appello e Direzione distrettuale antimafia è presidio perenne di legalità: secondo lei la società civile sa distinguere questo mondo parallelo e sovrapposto costituito dall'Antistato?
«Bisogna lavorare molto su questo fronte. Non vi è dubbio che l’arrivo del procuratore Gratteri a capo della procura di Catanzaro abbia contribuito a svegliare molte coscienze. Di ciò abbiamo avuto precise conferme durante e dopo le manifestazioni che lo stesso procuratore ha fortemente voluto per incontrare gli studenti qualche anno fa nel nostro istituto e più recentemente durante un evento promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria presso il teatro Politeama».

L'espressione di ribrezzo per tutto quanto è illegale viene sollecitata anche nelle diverse forme di indirizzo dei vostri istituti, quindi anche grafica oltre che discorsiva?
«Credo che l’espressione di ribrezzo per tutto ciò che è illegale debba essere manifestata in ogni modo, a partire dall’adolescenza. Il lavoro dei docenti, mirato allo sviluppo di coscienze critiche attraverso occasioni di riflessione, è fondamentale».

Qual è il rapporto oggi tra mondo dell'istruzione e Giustizia, in altre parole la fiducia delle giovani generazioni nelle Istituzioni è deficitaria o resiste?
«La mia percezione è che le nuove generazioni abbiano ancora molta fiducia nelle Istituzioni, soprattutto nei confronti della Scuola, dove ancora rimane alto il rispetto delle regole civili, del sé e degli altri. In ambito scolastico, ad esempio, gli alunni osservano se gli insegnanti sono giusti ed equi nelle modalità di attribuire i voti e distribuire le risorse. In un contesto giusto gli studenti potranno trarre solo vantaggi e si sentiranno soddisfatti.  Essenziale, ancora una volta, è la credibilità dell’insegnante e il carattere di serietà che lo contraddistingue nel momento in cui si fa carico degli alunni e dei loro problemi».

Cosa ricorda del suo personale 23 maggio 1999? Che sensazioni prova oggi?
«Beh ricordo che quel tragico evento colse di sorpresa gran parte dei giovani di allora - afferma il dirigente del De Nobili - Seguirono sentimenti di scoramento ed anche di terrore perché mai la mafia si era spinta ad azioni di tanta efferatezza e tale clamore».

Martedì 23 maggio, in tutti i plessi dell’Istituto, si svolgeranno attività relative ai temi della legalità e del rispetto delle regole per la diffusione di una pratica quotidiana della legalità e della lotta alla mafia. Il De Nobili di Catanzaro sarà presente ad un convegno con il sindaco Fiorita e due procuratori, Mandolfino e Sapia. Subito dopo nella stessa casa comunale sarà inaugurata una mostra realizzata dagli alunni del Liceo artistico con l’esposizione dei ritratti in digitale dei giudici Falcone, Borsellino, Scopelliti, Ferlaino e di altre vittime di mafia.

Avete già partecipato ad iniziative di legalità insieme ad associazioni come “Libera”, “La voce della legalità” e FarexBene Onlus. Ha un sogno nel cassetto che le piacerebbe realizzare con i suoi ragazzi? 
«Più che un sogno nel cassetto abbiamo un progetto che vorremmo realizzare nel prossimo anno scolastico cioè quella di portare i nostri studenti sulla “Nave della legalità” per celebrare insieme ai giovani siciliani l’anniversario delle stragi mafiose di Capaci e Via d'Amelio e rinnovare la lezione di libertà e democrazia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino».