Doveva essere un dibattito a più voci tra studenti, docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo e i precari dell'Università della Calabria e invece si è trasformato in una assemblea con tanto di documento finale in cui si sono chieste le dimissioni del Rettore. La protesta nasce da un gruppo di docenti che nelle precedenti elezioni aveva invece sostenuto la candidature di Crisci a Rettore dell'Unical e da una modifica di statuto che non è stata mai accettata dal rettore. Docenti da tempo in disaccordo con le scelte di Crisci che oggi viene accusato di aver disatteso i principali impegni assunti nel programma elettorale. «Un programma di moralizzazione dell'università che è finito nelle mani di un'oligarchia - sostiene Raffaele Perrelli - Ci ha preso in giro, ne prendo atto, non mi vergogno di averlo votato ma oggi sono più orgoglioso di questa presa di distanza che di quel voto». 

 

Preoccupato per l'Università della Calabria, invece, il prof. Guerino D'Ignazio, l'ex prorettore dimessosi nello scorso mese di ottobre, che rischia un declino inarrestabile. Il numero degli iscritti è calato molto, la ricerca è ferma.

 

L'University club non è riuscita a contenere i docenti, i ricercatori, il personale amministrativo ma anche i precari che speravano di poter vedere affrontare la ormai spinosa questione che gli appartiene da anni, tanto da spostare l'incontro in un'altra sede, un'aula di oltre duecento posti anch'essa divenuta affollata con gente in piedi e seduta in ogni dove. A conclusione del lungo pomeriggio dove si sono susseguiti con rigida cadenza, cinque minuti ciascuno, gli interventi provenienti da docenti e studenti moderati dal prof. Nuccio Ordine, si da lettura di un documento, ancora aperto a modifiche, in cui il Rettore viene invitato a dimettersi per una serie di accuse che gli vengono mosse: la sicurezza dell'Ateneo e la didattica in primo luogo. Critiche anche alle scelte politiche di Crisci, vicino alla politica del SI nell’ultima campagna referendaria. Secondo il prof. Nuccio Ordine l'Università dovrebbe marcare la propria autonomia dalla politica.