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I recenti attentati in Inghilterra continuano a mostrare il crescente rischio di radicalizzazione verso cui possono incombere alcuni giovani musulmani intenti a seguire un’interpretazione artificiosa e spesso erronea dell’Islam e della sua tradizione. Per evitare l’incombere di simili fenomeni, che spesso riguardano le fasce socialmente più emarginate, è importante monitorare i processi di apprendimento delle dottrine religioso per guidare i giovani verso la conoscenza del vero “credo” islamico che per sua definizione ripudia qualsiasi forma di violenza.
Partendo da queste premesse, l’Università della Calabria, tramite il suo Laboratorio di Studi sul Mediterraneo Islamico, si è proposta di stringere un accordo con il Centro Culturale Islamico Arahma, in rappresentanza della comunità islamica locale, nell’intento di monitorare e assistere la formazione religiosa dei giovani musulmani per scongiurare qualsiasi forma di radicalizzazione sociale e religiosa. Questo accordo bilaterale rappresenta un'esclusiva all’interno del mondo accademico nazionale. In questo modo, l’UniCal è la prima università italiana ad assumere iniziative simili che mirano ad avere una diretta ricaduta sul territorio.
I promotori di questo accordo sono il rettore, Gino Mirocle Crisci, il professore Alberto Ventura, delegato del Rettore alle Relazioni Internazionali e Direttore di Occhialì Laboratorio di Studi sul Mediterraneo Islamico e l'Ing. Jamal Ezzine, presidente del Centro Culturale Islamico Arahma. Questa è solo l’ultima di tutta una serie di iniziative che il Laboratorio Occhialì sta portando avanti da quando è stato costituito a novembre 2015. Iniziative che riguardano temi di estrema attualità quali la situazione siriana, il terrorismo islamico, ma anche attività dedicate allo studio teologico, storico e antropologico dell’Islam e le sue culture di riferimento.