L’ateneo cosentino scala la graduatoria e supera Pavia e Perugia. Mediterranea di Reggio Calabria quinta tra i piccoli, Magna Graecia di Catanzaro sedicesima tra i medi atenei
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C’è un ateneo calabrese al top in Italia per la graduatoria del Censis. Da sempre in posizioni di tutto rispetto, l’università della Calabria scala, dal terzo al primo posto, la classifica dei grandi atenei statali (tra 20mila e 40mila iscritti). Scalza Pavia che retrocede in seconda posizione seguita Perugia in terza, con Parma e Cagliari che avanzano entrambe, guadagnando il quarto e quinto posto.
Quinta, tra i piccoli atenei statali (fino a 10mila iscritti), l’università Mediterranea di Reggio Calabria nella graduatoria che vede primeggiare Camerino e, a chiudere il podio, Tuscia e Macerata. È sedicesima, invece, l’università Magna Graecia di Catanzaro nel segmento dei medi atenei italiani (quelli con una popolazione di studenti tra 10mila e 20mila iscritti). In questa categoria il podio è formato dagli atenei di Trento, Udine e Sassari.
Unical al top per servizi e borse di studio
L’Unical, al solito, ha punteggi altissimi per servizi e borse di studio: due 110 che la spingono in alto. Il voto riservato alle strutture è un buon 86, mentre arriva un 94 per la comunicazione e i servizi digitali. Meno eccellenti l’internazionalizzazione (78) e l’occupabilità dei laureati (75). La media complessiva dice 92,2; Pavia si ferma a 89,5 e Perugia a 87,7.
I voti di Reggio Calabria: bene le strutture
Per Reggio Calabria, invece le pagelle del Censis assegnano 76 ai servizi, 110 alle borse di studio, 100 alle strutture, 74 a comunicazione e servizi digitali, 74 all’internazionalizzazione e 66 all’occupabilità. La media complessiva è 83,3: per ambire al podio c’è un gap di circa 3 punti da recuperare.
I punteggi assegnati all'ateneo di Catanzaro
Anche Catanzaro dovrà recuperare se ambisce a risalire la china nella classifica Censis-Repubblica. Questi i voti: 73 per i servizi, 108 per le borse di studio, 82 per le strutture, 83 per comunicazione e servizi digitali, 67 per l’internazionalizzazione, 67 per l’occupabilità. La media dice 80; Foggia e L’Aquila che precedono in classifica sono poco distanti. I 94,5 punti di Trento che guida la classifica sono invece molto lontani.
Crescono le immatricolazioni al Sud
Sul piano generale, le immatricolazioni all’università — rimaste sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno con un calcolo provvisorio di 579 studenti in meno, una goccia nel mare dei nuovi iscritti — crescono soprattutto nel Sud Italia e nelle isole (+4,2%) mentre calano nel Centro (-3,6%) e nel Nord Ovest (-2,5%) che nel 2023 erano state invece calamite per i neodiplomati. Altro dato importante, sottolineato da Repubblica: aumentano le studentesse. Non solo richiamate dalle facoltà in cui, per tradizione, le donne sono sempre state di più (Educazione e formazione, ad esempio), ma anche da Medicina, dalle Stem, da Architettura, Ingegneria civile, industriale e dell’informazione, Informatica e Tecnologie.
Per il Censis «è il segnale di un’evoluzione in corso che, per quanto lenta, prefigura una futura riduzione del persistente divario di genere in un campo, quello delle cosiddette discipline dure, ancora troppo connotato al maschile».