Una reliquia di Papa Giovanni Paolo II resterà esposta nella chiesa Sacro cuore di Gesù di Praia a Mare fino al prossimo 14 aprile. Si tratta della maglia intima, sporca di sangue, indossata da Karol Wojtyla nel giorno del suo attentato, avvenuto a Piazza San Pietro il 13 maggio 1981 per mano di Mehmet Ali Agca, e protetta da una cornice di vetro posta ai piedi della statua della Madonna della Grotta. «Tutto merito di una fedele - dice don Paolo Raimondi, sacerdote della parrocchia Santa Maria della Grotta - che nel mese di novembre mi propose di far arrivare qui questa reliquia, sconosciuta ai più. Fino a quel momento lo era anche per me». L'iniziativa è avvenuta d'intesa con il vescovo della diocesi San Marco Argentano - Scalea, monsignor Stefano Rega, che ha firmato il permesso.

La storia della reliquia

I sanitari del Policlinico Gemelli di Roma che presero in cura Papa Wojtyla, nella concitazione del momento, gli tolsero i vestiti di dosso, in fretta e furia, e li gettarono a terra insieme alle garze intrise di sangue. Poi qualcuno, nell'intento di ripulire, li prese e li gettò in un cestino dell'immondizia. Li notò un'infermiera, Anna Stanghellini, che prese la maglietta, forata dai proiettili e insanguinata, l'avvolse in un asciugamano bianco e la conservò. Nel 2000, la consegnò a suor Beatrice Priori, responsabile della casa Regina Mundi di Roma, di cui in quel periodo Stanghellini era ospite da laica consacrata. Alla sua morte, avvenuta nel 2004, e a quella di Karol Wojtyla, avvenuta l'anno successivo, suor Beatrice si recò in Vaticano per sottoporre la maglietta alle opportune verifiche. Fu così che ottenne la certificazione di autentica reliquia: quell'indumento è veramente appartenuto a Papa Giovanni Paolo II, lo aveva indossato quel giorno in cui il suo sangue scrisse una drammatica pagina di storia dell'umanità.

La purificazione della memoria

Don Paolo Raimondi ha fortemente voluto che la reliquia arrivasse nella sua parrocchia e, per di più, in un periodo molto particolare. L'8 aprile di diciannove anni fa furono celebrati i funerali di Papa Wojytyla, poi nominato santo dal suo successore, mentre questa ancora in corso è la settimana che il mondo clericale dedica alla "purificazione della memoria". La celebrazione la istituì proprio Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000, per chiedere perdono, a nome della Chiesa, degli errori commessi.

Amore senza fine

La figura di Karol Wojtyla sembra non risentire dello scorrere del tempo. «Le mie e le nostre generazioni sono cresciute con lui - ha dichiarato don Paolo -. Il suo è stato un lungo pontificato, durato 27 anni. La sua è una forza attrattiva per la sofferenza, ha saputo guidare la Chiesa in tempi burrascosi. Lui è stato Papa nel post Concilio e dopo il '68. Ha cercato di far capire al mondo che cos'è la vera libertà e ha riportato il Vangelo nella sua più assoluta bellezza e semplicità in tutto il mondo grazie ai suoi viaggi. Non si è risparmiato e non si è tirato indietro dinanzi a nessuna difficoltà, ha cercato di affrontare le varie situazioni con sapienza evangelica. Attrae, perché Giovanni Paolo II è unico. Già nelle prime ventiquattro ore - conclude - la chiesa madre di Praia a mare è stata presa letteralmente d'assalto dai fedeli».