VIDEO | Presenti il presidente Ernesto Funaro e la segretaria calabrese del sindacato Maria Elena Senese assieme a quadri provinciali del segmento Trasporti
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Nel piazzale della stazione bus di linea a Catanzaro ed in precedenza anche a Cosenza da oggi c'è una Panchina Rossa che induce a riflettere e ad agire, componendo il numero di emergenza contro la violenza sulle donne. A volerle la direzione delle Ferrovie della Calabria e la Uil Trasporti regionale.
Parlare di rispetto già ai bambini
«Il nostro obiettivo aziendale è anche di natura sociale – ha detto il presidente di Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro –. E oggi, più che mai, dobbiamo sottolineare questo scopo. Non potevamo non accogliere la sollecitazione che ci è venuta dalla Uil. Noi oggi siamo veicolo e trasportiamo un messaggio: no alla violenza, no alla violenza sulle donne. Io oggi ho il compito di tornare a casa e di parlare con i miei bambini e dire loro che, alla base di qualsiasi sentimento, c'è rispetto. Se non si può parlare di amore, di amicizia, di altro, se non c'è il rispetto, quello per i propri simili, il rispetto fra uomo e donna, una differenza che per me non esiste, perché uomo e donna sono la stessa cosa, quindi il rispetto tra persone».
Obiettivo primario l’emancipazione occupazionale
Per il sindacato è la continuazione di un'opera capillare sul territorio. «Il 5 dicembre saremo in una scuola in provincia di Cosenza, proprio per sensibilizzare le nuove generazioni a quella che è diventata oramai l'ennesima emergenza strutturale del nostro Paese – ha detto ai microfoni di giornalisti Maria Elena Senese, segretaria Uil Calabria, presente assieme a decine di associati e dirigenti Uil Trasporti –. Il numero dei femminicidi è drammatico; ma c'è anche una violenza al femminile diversa, che è quella verbale, domestica, che si consuma anche soprattutto nei luoghi di lavoro. Come Uil – ha continuato la Senese – abbiamo aperto uno sportello mobbing e stalking proprio per dire alle donne che devono trovare il coraggio di denunciare, che devono smetterla di subire, ma è ovvio che per infondere sicurezza alle donne per dare coraggio è necessario avere un'inversione di marcia dal punto di vista occupazionale. Occorre dare alla donna dignità – ha concluso – e questa dignità si ottiene solo con il lavoro, con un'emancipazione economica importante».