Una croce con il legno dell'imbarcazione naufragata domenica mattina davanti alle coste di Steccato di Cutro. Don Francesco Loprete della diocesi di Crotone e l’artista Maurizio Giglio si sono recati sulla spiaggia teatro della tragedia costata la vita a decine e decine di migranti. Insieme hanno prelevato alcuni resti del natante, finiti sulla battigia. Così, l’artista del borgo marinaro di Le Castella ha composto la croce che verrà sicuramente realizzata nella via crucis: «Non avrei mai voluto realizzare un’opera del genere», ci racconta commosso.

La croce realizzata da Giglio

Sul significato dell’opera, Giglio ha commentato: «Cristo è stilizzato, c’è solo un braccio. È come se ci tendesse una mano dall’alto della Croce. Un invito a ravvederci, un messaggio di salvezza. Non ho realizzato questa opera con gioia, tutt’altro. Toccando la Croce si sentono davvero tutto il dolore e le urla di quella povera gente». In quella drammatica alba a perdere la vita anche tanti bambini, alcuni ancora in tenerissima età. 68 le vittime accertate ma mancano all’appello decine di dispersi. Ad alcuni corpi, tragedia nella tragedia, si attende di attribuire ancora una identità.

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