Una città unica con tre centri storici: è quello che si prospetta qualora si concretizzi la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Radici secolari attecchite su dei colli, con i rispettivi nuclei urbani moderni che si sono poi sviluppati a valle e non tutto intorno all’abitato originario.

Cosenza vecchia guarda a sud dominando il Crati, il borgo di Rende conserva tutta la memoria storica dell'antica Aruntia (o più comunemente Arintha), mentre Castrofrancu sorge ad ovest del capoluogo ed offre un panorama mozzafiato se si indirizza l’orizzonte al punto cardinale opposto.

Palazzo dei Bruzi ha puntato molto sul centro storico. Con i cantieri del Cis e di Agenda Urbana entro la fine del 2026 punta a dare un nuovo volto ad uno dei luoghi iconici dell’intera Calabria. Il sogno sarebbe tornare ai fasti del primo lustro degli anni duemila, più realisticamente l’obiettivo è ridare vita ad un quartiere abbandonato.

Se la fase commissariale di Rende ha cristallizzato lo status quo allo scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose, a Castrolibero di recente è stato presentato e lanciato un progetto ambizioso. “Castrufrancu e i Bagni del Palazzotto. Il Borgo dei Saperi senza tempo”, è un programma di rigenerazione urbana promosso dall’Amministrazione per rivitalizzare l’antico borgo attraverso il recupero di otto immobili pubblici da destinare ad attività culturali e sociali e al benessere.

A pochi mesi dal referendum previsto entro il 15 dicembre, i residenti dei tre centri storici si interrogano su quale sarà il proprio destino e vogliono sapere se diventeranno periferia della periferia oppure se ritroveranno al centro di un progetto di valorizzazione.