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Si avviano alla conclusione i lavori all'ex Teatro Russo nel rione Belvedere ubicato nel centro storico di Lamezia Terme. La riqualificazione dello stabile rientra nel più ampio progetto comunale di “rete di accoglienza abitativa e di inclusione sociale nelle aree urbane per i lavoratori immigrati e le loro famiglie”.
L’appalto, a seguito del bando pubblicato nel dicembre 2014, è stato aggiudicato nel gennaio del 2015, alla ditta Cooper Po.Ro.Edile S.C. I lavori hanno avuto inizio il 25 maggio scorso e oggi si avviano alla conclusione.
Il progetto. Nello stabile, come da progetto dovrebbe trovare posto un’area comune adibita a mensa e una serie di mini appartamenti per i lavoratori immigrati e le loro famiglie.
Come era prevedibile, l’idea di riqualificare un bene considerato parte integrante della cultura della città e del centro storico per consegnarlo nella mani degli immigrati e delle loro famiglie ha fomentato, da Mimmo Gianturco ai militanti di Forza Nuova, numerose proteste.
La storia. Il Teatro Russo era in principio un convento con annessa una chiesa. Mentre il convento fu soppresso nel 1653 la chiesa ed il suo giardino passarono di mano all’ordine delle Clarisse. Nel 1814 giovani ereditieri nicastresi (tra cui gli Scaramuzzino, i Montesanti, gli Stella, i Nicotera, i Marini, i Sacchi, i Maruca, gli Statti e altri) contribuirono alle spese per la realizzazione di un teatro, teatro che rimase in vita fino 1858. Dopo d’allora in molti soprannominarono tale luogo “teatro vecchio” e, successivamente, “cine-teatro Russo” dal nome di Attilio Russo che, nel dopo guerra, lo preso in affitto dall'Amministrazione comunale, adibendolo alla proiezione di film.
Il bandolo della matassa. Nel 2009 l’Amministrazione Speranza decide di inserire lo storico teatro nel piano triennale delle opere pubbliche. In particolare, nell’annualità 2007/2009 la Giunta Speranza stanzia proprio per il cine-teatro la cifra di 464,810. Ma i lavori non partirono mai.
A settembre del 2014, il cine teatro “Russo” sembra destinato ad essere venduto all’asta con una base di 60.000 euro di valore stimato. Da bene storico da ristrutturare, dunque, a bene pubblico da vendere all’asta.
Ma non passano molti giorni che la stessa Giunta fa inversione di rotta: comunica di aver deliberato per la riqualificazione del Cine Teatro Russo: sarà inserito in un progetto di “cohousing”, ovvero “uno spazio coperto destinato all'uso comune e alla condivisione per le persone ospitate”.
Quindi riqualificazione, messa all’asta e nuovamente riqualificazione ma questa volta inserita in un più ampio progetto di ‘cohousing’, progetto che oggi si avvia alla conclusione.
'Prima i lametini’. Immediata la replica del consigliere comunale, Mimmo Gianturco (Sovranità, prima gli Italiani), già candidato a sindaco di Lamezia, che oggi come nei mesi scorsi fa sentire la sua voce: "La Giunta guidata dall'ex sindaco Speranza aveva approvato un progetto per realizzare nel centro storico di Lamezia, una rete di accoglienza per immigrati. Tutto ciò sta continuando per volontà della nuova Giunta Mascaro, il quale più volte ha dichiarato la sua apertura all'accoglienza degli immigrati. Io sono fortemente contrario. Più volte abbiamo protestato su questa vicenda Quei pochi soldi che abbiamo devono essere spesi prima per gli italiani. Chiederò al consiglio comunale la variazione della destinazione d'uso affinché il Teatro Russo resti spazio teatrale oppure che questa rete di accoglienza sia indirizzata ai lametini sotto sfratto, ai tanti padri separati e alle giovani madre single".
Nei mesi scorsi anche i militanti di Forza Nuova, al grido "Cultura e tradizione, no all’immigrazione", avevano detto no al provvedimento di destinate lo storico immobile con soldi pubblici per centro di accoglienza per immigrati: “Noi di Forza Nuova ci opponiamo a questa scelleratezza di chi non curandosi neppure del fatto che oltre alla memoria storica che rappresenta questo stabile, lo stesso si trova ubicato in un centro storico cittadino da sempre molto tranquillo e, di conseguenza, creare in questo quartiere un centro di accoglienza per immigrati potrebbe turbare la serenità dei residenti, i quali hanno subito espresso oltre che la loro contrarietà anche i loro timori: ‘Prima i lametini’.
Qualche dubbio rimane: era forse meglio auspicabile che il recupero riguardasse la memoria storica-architettonica-culturale e che così il 'vecchio teatro' restasse patrimonio della città e di tutti i cittadini?