L’ottantesimo anniversario della Liberazione, lo scorso 25 aprile, è stato celebrato anche nel campo di Ferramonti di Tarsia. La Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo è stata preceduta dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz in Polonia ad opera dei Sovietici, il 27 gennaio 1945. L’esperienza dell’internamento è stata imposta anche in Italia dal Fascismo e proprio nel dicembre del 1945 fu chiuso il campo di concentramento fascista più grande allestito dal regime: quello di Ferramonti di Tarsia, nel cosentino. Dunque la Liberazione nel nostro Paese nel 1945 assume pure il senso profondo di questa memoria. 

Il campo di Ferramonti di Tarsia entrò in funzione nel giugno del 1940. Costituito da 92 baracche su una distesa di 16 ettari, privo di camere a gas, fu il primo campo ad essere liberato dagli Alleati, il 14 settembre 1943, e l’ultimo ad essere chiuso l’11 dicembre 1945. Molti, non avendo dove andare, restarono infatti lì per qualche tempo, anche dopo la Liberazione.

Un anniversario particolarmente pregno anche per la Calabria che annovera tra i suoi personaggi illustri anche Alberto Cavaliere, poeta e giornalista originario di Cittanova, nel Reggino, al quale si deve la raccolta e la pubblicazione di una delle prima memorie di ebrei deportati e sopravvissuti in quei campi pubblicata in Italia. Ciò avvenne proprio ottant’anni fa, nel 1945, con i caratteri della casa editrice Sonzogno Milano.

“I campi della morte in Germania: nel racconto di una sopravvissuta” di Alberto Cavaliere (1945, Sonzogno Milano), questo il titolo del volume che racconta la storia di Sofia Schafranov, medico di origini russe e sua cognata, sopravvissuta a quasi due anni di prigionia nei campi di concentramento nazisti.

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