"Uniti nella lotta contro il tumore della mammella. Curarsi in Calabria è possibile". È lo slogan che ha accompagnato la seconda Passeggiata in rosa organizzata sul lungomare di Catanzaro dalla Breast Unit del presidio Pugliese dell'Azienda Dulbecco, diretta da Franco Abbonante. Semplici cittadini, associazioni, istituzioni, medici, pazienti dell'unità del seno, tutti uniti per mandare un messaggio corale: la prevenzione riveste un ruolo cruciale nella lotta al tumore alla mammella.

«Oggi è stata una giornata meravigliosa - ha commentato Abbonante -. Migliaia di persone vestite di rosa stanno passeggiando sul lungomare di Catanzaro lido a dimostrazione del fatto che questa popolazione è sensibile e pronta ad accettare il culto della prevenzione, innanzitutto perchè una neoplasia maligna, e non dimentichiamo che parliamo di uno dei tumori che uccide di più nel mondo, e se preso precocemente guarisce nella totalità dei casi. Quindi la prevenzione è fondamentale e fondamentale è l'uso delle Breast Unit in Calabria per evitare la migrazione sanitaria e avere nella propria terra una cura completa».

Screening oncologici: «Bisogna fare di più»

Dunque la massiccia partecipazione all'iniziativa conferma la sensibilità rispetto ad una problematica molto diffusa e sulla quale il Centro integrato per la cura dei tumori della mammella catanzarese, da sempre al servizio delle donne colpite da tumore al seno con un team multidisciplinare in grado di fornire risposte immediate, anche con programmi di prevenzione, continua ad insistere. «Ancora gli screening oncologici in Calabria non hanno raggiunto i livelli che invece meritano di raggiungere per la tutela della salute della popolazione - ha sottolineato Annalisa Spinelli, responsabile del Centro screening oncologici dell'Asp di Catanzaro -. Per quello che riguarda lo screening mammografico sicuramente stiamo migliorando e una grande boccata di ossigeno è sapere che esiste una struttura come la Breast Unit di Catanzaro che riesce realmente a farsi carico delle donne risultate positive e quindi a portarle o sul tavolo operatorio oppure a smentire il dubbio diagnostico che sia formulato con lo screening».