Il volontariato, oggi più che mai, rappresenta una risposta potente alla solitudine e alla fragilità umana. Viviamo in un’epoca in cui le connessioni virtuali hanno sostituito le interazioni umane dirette, rendendo le persone sempre più isolate e vulnerabili. In questo contesto, il lavoro svolto dalle associazioni di volontariato assume un ruolo fondamentale nel creare legami autentici, offrendo supporto a chi ne ha più bisogno. A Corigliano Rossano, l’associazione Alma e la Casa Famiglia Josef di Vicenza ne sono esempi luminosi, capaci di portare speranza e sorrisi dove ce n’è più bisogno.

L’impegno della presidente di Alma: un sorriso contro la solitudine

Gina Gallo, presidente e fondatrice dell’associazione Alma, ha fatto del volontariato una missione di vita. Operativa a Corigliano Rossano, la sua associazione si occupa di portare allegria e sostegno nelle corsie degli ospedali e nelle carceri, contesti in cui la fragilità è palpabile e la solitudine può diventare insostenibile.

«Non è semplice fare volontariato a livello burocratico e amministrativo», spiega Gallo. «C’è sempre tanto da fare, dalla gestione delle pratiche alla ricerca di una sede adeguata. In un’associazione come la nostra, è fondamentale incontrarsi almeno ogni 15 giorni per pianificare le attività e riflettere su quanto fatto».

Il volontariato, come lo intende Gallo, non è solo un atto di generosità, ma un percorso di crescita personale e di costruzione di una comunità. «La base è la leggerezza e il divertimento - afferma - ma anche la profondità. Lavoriamo molto sulla ricerca del nostro bambino interiore. È un percorso che passa attraverso il gioco e la fiducia reciproca».

In un mondo in cui l’isolamento è accentuato dalla dipendenza dai social network, l’appartenenza a un gruppo come Alma offre un senso di connessione reale e tangibile. «Il volontariato fa bene prima di tutto a chi lo pratica. È un modo per sentirsi meno soli e per fare la differenza nella vita degli altri».

Guardando al futuro, l’associazione Alma si prepara a nuove sfide. «Il nostro prossimo passo è ampliare il numero di volontari per poter fare sempre di più», spiega Gallo. A settembre, Alma organizzerà un corso clown seguito da una cena spettacolo il cui ricavato sarà destinato a sostenere la Casa Famiglia Josef, un’organizzazione che si occupa di bambini in Veneto. «Ci piace collaborare a livello nazionale con altre associazioni. Insieme possiamo fare molto di più».

Il valore del dare: la testimonianza di Denis Volani

Denis Volani, presidente della Casa Famiglia Josef che opera in Veneto, porta avanti un lavoro altrettanto prezioso nella sua comunità. La sua esperienza di volontariato nasce da un momento personale di difficoltà. «Fare volontariato oggi è difficile per tutti - dice Volani - ma significa tanto, perché dare è più che ricevere. O meglio, quello che dai ti torna indietro diecimila volte di più».

In un’epoca in cui le persone sono più chiuse e meno propense a chiedere aiuto, il volontariato offre un’opportunità di crescita personale e di riscatto. Volani ha iniziato a collaborare con la Casa Famiglia Josef proprio in un momento in cui aveva bisogno di aiuto per se stesso. «Aiutando i bambini e i ragazzi allontanati dalle loro famiglie per gravi abusi - spiega - mi sono reso conto che offrendo loro un momento di felicità e normalità, io stesso ne ho tratto beneficio, riuscendo a superare le mie difficoltà».

Questo scambio reciproco, tra il dare e il ricevere, è al cuore del volontariato come lo vive Volani. La gestione di un’associazione che si occupa di persone fragili richiede il supporto di professionisti, ma è l’aiuto dei volontari che fa davvero la differenza. «Abbiamo bisogno dell’aiuto di psicologi, assistenti sociali e di tutti coloro che hanno dedicato la loro vita professionale a sostenere questi bambini», sottolinea Volani. «Senza i volontari, non potremmo andare avanti, sia dal punto di vista economico che umano».

Anche durante l’estate, quando molti si concedono una pausa, i volontari della Casa Famiglia Josef continuano a offrire il loro supporto. «Fisicamente possono andare in vacanza - spiega Volani - ma con la mente restano sempre collegati. Grazie a una telefonata o una videochiamata, i volontari restano a disposizione per sostenere chi è sul campo».  La collaborazione con l’associazione Alma è un esempio di come il volontariato possa creare reti di sostegno tra comunità diverse. «Facciamo rete con Alma, sponsorizzando il loro lavoro e collaborando per organizzare eventi e attività. A settembre, Alma ci sosterrà con una cena spettacolo, un evento che rappresenta lo spirito di comunità che condividiamo».

Maria Caligiuri: il clown di corsia che porta gioia dall’interno

Maria Caligiuri, co-fondatrice dell’associazione Alma, è convinta che il clown di corsia, per svolgere bene il suo compito, debba trovare la gioia dentro di sé. «Un clown di corsia non è un clown normale. Per riuscire a trasmettere entusiasmo e ironia, devi prima scoprire la gioia dentro di te. Il lavoro più profondo è su se stessi. Se riesci a vedere la parte positiva anche in mezzo a un bicchiere d’acqua, allora puoi dare davvero agli altri».

Per Maria, il valore del clown di corsia risiede nella sua autenticità. «Quello che conta sei tu, come sei»,  afferma. «Se hai portato la gioia dentro di te, puoi trasmetterla agli altri. Le tecniche e i mezzi sono solo un piccolo supporto». Ogni incontro, racconta Maria, è unico e irripetibile. «È meraviglioso sia nel dare che nel ricevere, che sia con bambini, anziani o genitori. Non sai mai cosa ti aspetta, ma se hai risorse interiori, il tuo istinto e il rapporto empatico con la realtà ti portano a individuare la strategia giusta».

Maria Caligiuri è profondamente consapevole della solitudine che affligge molte persone, una condizione resa ancora più evidente dalla pandemia. «Sì, c’è tanta solitudine in giro - dice - e spesso le persone si sentono intrappolate in una situazione senza via d’uscita. Ma c’è sempre una via d’uscita. È fondamentale far percepire questo, farlo filtrare anche solo con uno sguardo o una pacca sulla spalla. Non servono tante parole per stabilire un contatto che va al di là della solitudine».

La pandemia ha accentuato la distanza tra le persone, rendendo ancora più importante il lavoro di associazioni come Alma. «La pandemia ci ha costretto a rapportarci tramite strumenti telematici, ma ci ha resi più soli. Mancano i cinque sensi, il contatto diretto con un’altra persona. Rapportarsi agli altri in maniera diversa, con tutti i sensi, è tutta un’altra storia. E le persone lo percepiscono, a ogni livello, quando interagiamo con loro».

Le testimonianze di Gina Gallo, Denis Volani e Maria Caligiuri ricordano quanto sia fondamentale il volontariato nel combattere la solitudine e nel sostenere chi è in difficoltà. In un mondo sempre più frammentato e individualista, il volontariato rappresenta una via per ricostruire legami autentici e per riscoprire il valore della comunità. Che sia attraverso un sorriso donato in una corsia d’ospedale, un supporto offerto a un bambino in difficoltà o una semplice presenza che rompe l’isolamento, il volontariato ci rende tutti un po’ meno soli e un po’ più umani.