Condotto dalla counselor Maria Luigia Bove e dall’istruttrice Sara Storino, sotto lo sguardo attento della direttrice Emilia Boccagna, nella casa circondariale di Paola ha preso avvio il corso di meditazione e yoga riservato ai detenuti.

Un’iniziativa senza precedenti per la struttura affacciata sul tirreno cosentino, che si conferma apripista per quanto concerne le pratiche di recupero delle persone recluse, sia sul piano emotivo e psicologico che su quello prettamente dedicato al benessere del corpo.

Un modo innovativo di vivere l’esperienza carceraria, tramutata in occasione di redenzione e non semplicemente vocata all’espiazione della pena, un metodo sperimentale che sta fornendo risultati incoraggianti ad ogni livello, con i detenuti sempre più coinvolti nella visione del mondo esterno e quindi messi in condizione di poter affrontare al meglio la dura esperienza del reintegro.

Non uno svago quindi, ma un vero e proprio progetto rieducativo che, nel solco dell’impegno personale di ognuno, dovrebbe consentire di vivere l’esperienza carceraria con minori angosce, favorendo l’instaurazione delle condizioni necessarie alla comprensione e alla condivisione di aspirazioni, stati d’animo e sentimenti, che nessuna cella può tenere reclusi.