Un processo che inizia con la raccolta di foglie e fiori che rilasciando il tannino colorano i tessuti. Da Brancaleone l’artista racconta della sua passione
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In una società in cui la quotidianità è sempre più artefatta e pare non si possa più fare a meno della tecnologia, c’è ancora spazio per chi sente, fortunatamente, il desiderio di riavvicinarsi alla natura e recuperare tecniche di lavorazione tradizionali.
Angela Lucisano, direttamente dalla sua accogliente casa sita in Brancaleone, racconta ai microfoni di Grecanica News della sua passione per un metodo tintorio antichissimo e del tutto naturale: un processo che inizia con la raccolta di elementi botanici - foglie, fiori, frutti - i quali, posti direttamente a contatto con il tessuto, danno vita a splendidi motivi decorativi grazie al rilascio del tannino in essi contenuto, una sostanza che sin dalla preistoria ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione dei colori, costituendo dunque una primordiale forma di comunicazione visiva.
«Vengono preparati questi teli e successivamente disposti gli elementi con una certa tecnica, e anche con una particolare volontà della persona che si adopera nel fare questa stampa ecologica o botanica, come la vogliamo chiamare» spiega l’artista, che nel suo spazio domestico ha allestito uno spazio interamente dedicato alle sue creazioni. «Dopo aver riposto gli elementi sui teli, questi vengono arrotolati e legati con delle cordine, dello spago, intorno a un’asse di legno, che può essere un pezzo di legno qualsiasi, ecco, non c’è bisogno di un materiale particolare. Quindi, arrotolati, legati stretti e poi portati ad ebollizione».
Un metodo di tintura semplice da realizzare e completamente vegetale e a impatto zero, che dà vita ogni volta a decorazioni diverse e sorprendenti. Una volta terminato il processo di colorazione, «con i tessuti poi si possono cucire degli abiti: giacche, vestiti… - prosegue Angela con viva emozione - veramente sono pezzi unici, viene fuori tutto ciò che la natura vuole, quindi, è una magia: nel momento in cui srotoliamo questi teli vediamo cosa ci ha regalato. Non ci potrà mai essere un campo uguale all’altro, mai».