Il presidente del sodalizio Roberto Galati: «Com'è possibile che un bene culturale risalente ad oltre 70 anni fa, quindi vincolato dalla Soprintendenza, venga spostato e trasferito con tale semplicità?». E ancora sull'attrazione turistica: «Poche prenotazioni sulle corse, evidente che qualcosa non va»
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L’incredibile storia della locomotiva FCL 502 a vapore, che sembra scomparsa misteriosamente dalla linea Catanzaro-Cosenza. Il declino del treno storico della Sila. La denuncia dell’Associazione Ferrovie in Calabria, l’intervento della Regione e della Soprintendenza. Ma cosa è successo? Ne parliamo con Roberto Galati dell’Associazione Ferrovie in Calabria che da 10 anni svolge un importante ruolo nel rilancio delle storiche ex Ferrovie della Calabria.
«È successo che poco più di dieci giorni fa, il 19 luglio 2023, la storica locomotiva a vapore FCL 502, da decenni accantonata presso la stazione di Serrastretta-Carlopoli, sulla tratta ferroviaria a scartamento ridotto Catanzaro-Cosenza di Ferrovie della Calabria, veniva trasferita a mezzo di carrello stradale, verso una località ignota. Dopo una prima ipotesi di un trasferimento a Vercelli, abbiamo scoperto che la locomotiva sarebbe stata assegnata al Comune di Castel di Sangro, in Abruzzo, dove sarebbe in corso di costituzione un museo ferroviario. Curiosamente però il 20 luglio la locomotiva veniva avvistata e fotografata a Davoli Marina, quindi in viaggio in direzione totalmente opposta rispetto all'Abruzzo, e successivamente addirittura al Porto di Gioia Tauro».
Com'è possibile che un bene culturale risalente ad oltre 70 anni fa, quindi automaticamente vincolato dalla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio, venga spostato e trasferito su strada con tale semplicità?
«Non è infatti possibile, è inspiegabile. Proprio perché, prima di eseguire un'operazione di questo tipo, dovrebbe essere inviata da Ferrovie della Calabria apposita comunicazione alla Soprintendenza che, solo successivamente, appurato ciò che si avrebbe intenzione di fare con il bene culturale in questione, darebbe il nulla osta non solo allo spostamento, ma anche ad un eventuale restauro».
È vero che l’Associazione ha presentato due richieste di monumentazione della storica locomotiva, giunte dai Comuni di Decollatura e Carlopoli? Le risposte?
«Sì, l'Associazione Ferrovie in Calabria aveva avviato diversi anni fa, e più volte, un'interlocuzione con il Comune di Carlopoli al fine di monumentare questa storica locomotiva all'interno di questo comune. Successivamente è giunta richiesta analoga anche dal Comune di Decollatura. In questo caso Ferrovie della Calabria, nella persona dell'ex au Aristide Vercillo, aveva persino risposto positivamente. Salvo cambiare repentinamente idea con l'attuale amministratore. Incredibile».
Voi cosa chiedete alla Regione che è proprietaria delle ex Ferrovie Calabro Lucane che rappresentano un grande patrimonio per la nostra terra e per la sua storia?
«Basterebbe poco: mettere in pratica una volta per tutte il ruolo di indirizzo e controllo sull'impresa di trasporto. Ferrovie della Calabria srl è una società al 100% di proprietà della Regione Calabria, e quindi di proprietà dei calabresi. Ogni anno FdC riceve dalla Regione Calabria circa 20 milioni di euro, per garantire servizi su gomma e su ferro – quel che resta – ai cittadini calabresi, ma anche e soprattutto per garantire la giusta conservazione ed il decoro di rotabili e infrastrutture. FdC in contratto di servizio riceve per esempio anche cospicue risorse per garantire la pulizia delle linee ferroviarie sospese all'esercizio come per esempio le Taurensi. Pulizia che, ovviamente, non viene mai eseguita, se non in rari casi a seguito di solleciti e proteste dei Comuni».
L'Associazione Ferrovie in Calabria ha avuto modo di incontrare l'amministratore unico di Ferrovie della Calabria srl?
«Non incontriamo l'amministratore unico di Ferrovie della Calabria da circa un anno. Ogni tentativo, da diversi mesi a questa parte, è stato vano. Gli incontri sono stati richiesti ufficialmente anche tramite pec».
Cosa succede allo storico treno a vapore della Sila, che da un decennio è diventato una delle più grandi attrazioni turistiche della Calabria? Qualcosa non sembra andare per il verso giusto.
«Più di qualcosa non va per il verso giusto ed è evidente dalla sempre più scarsa frequenza di partecipanti che si registra sulla maggior parte delle corse del treno, che non riesce a totalizzare neppure il 35% di posti prenotati. A nostro parere questo è dovuto dalla recente gestione con l'organizzazione di eventi ed intrattenimenti decisamente anacronistici. Su questo ci sarebbe molto da dire ma basta fare il confronto con gli eventi organizzati da noi dal 2017, tutti sold out, per notare la differenza, che a quanto pare dall'utenza è stata notata. Ciò che sta accadendo prefigura purtroppo lo scenario del 2009, quando il servizio del Treno della Sila venne sospeso. L'analogia c'è persino sulla mancanza della storica locomotiva a vapore FCL 353: ad oggi i treni vengono effettuati con locomotore diesel, e non è ancora chiaro quando (e se) la locomotiva a vapore rientrerà in esercizio. Mentre a San Giovanni in Fiore i lavori di ripristino della linea ferroviaria sono nuovamente bloccati, pare per una problematica legata alle traverse in cemento poste in opera».
Ma voi non avete una convenzione con l'azienda Ferrovie della Calabria srl, che sembrava funzionare molto bene? Avete lavorato molto per lo sviluppo del Treno della Sila.
«Da due anni la convenzione non viene rinnovata per decisione unilaterale di Ferrovie della Calabria. Eppure con i proventi dei treni organizzati in Sila dalla nostra Associazione tra il 2016 ed il 2020, abbiamo acquistato il prototipo di ferrociclo che avrebbe dovuto aprire la via ad uno sviluppo di parchi velorail sulle tratte sospese all'esercizio di Ferrovie della Calabria».
Non è forse il caso di un incontro urgente con l'assessore ai Trasporti Emma Staine e con il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto?
«L'incontro è urgentissimo, ma l'assessore Staine ed il presidente Occhiuto non lo devono a noi: lo devono alle insostituibili maestranze ed al personale di Ferrovie della Calabria, ai calabresi tutti, ed in particolare a tutti i calabresi che hanno sostenuto le nostre battaglie per il ripristino della Ferrovia Silana, il ritorno in Calabria dei rotabili storici ceduti a FdC dall'appassionato romano ingegnere Vittorio Di Giacomo, e tanto, tanto altro che è rintracciabile sul nostro sito web e canali social. La politica si prenda le proprie responsabilità e blocchi la deriva di Ferrovie della Calabria srl».