Il nipote del magnate cosentino desiderava donare alla città 600 reperti archeologici risalenti a 5mila anni fa. Ma Pina Incarnato sostiene che Palazzo dei Bruzi non ha ricevuto alcuna proposta ufficiale
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A Cosenza l'archeologia "rifiutata" diventa un caso nazionale. Riavvolgiamo il nastro. Roberto Ruggi D’Aragona, nipote del magnate Carlo Bilotti (a lui è intitolata la piazza centrale di Cosenza e anche il Museo all’aperto), vorrebbe donare alla città una collezione di circa 600 pezzi (statuine, suppellettili, anfore) risalenti a 5mila anni fa, in parte ereditati, in parte acquistati all’asta. La preziosa serie abbraccia un periodo che va dal Neolitico all’Età del Bronzo e include reperti delle culture fenicia, cartaginese, etrusca, greca e italica. Bilotti sostiene di aver proposto questi preziosi pezzi al Comune di Cosenza e, in particolare, alla direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri Marilena Cerzoso, ricevendo da lei un “niet” e dal sindaco un interessamento vago manifestato in campagna elettorale. A vederla così sembra un paradosso: perché non accettare una collezione di valore che non costerebbe nulla al Comune?
Chiediamo lumi all’assessora Pina Incarnato che si occupa di Urbanistica. «Facciamo chiarezza: noi non abbiamo rifiutato nulla perché, semplicemente, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta scritta ufficiale», puntualizza subito. A passare per quelli che l'arte la lasciano fuori la porta, il Comune di Cosenza proprio non ci sta. «C’è stata qualche interlocuzione telefonica con Bilotti, questo sì, ma questa non può essere sufficiente per accogliere opere di cui serve visionare molto altro. Noi, come amministrazione, siamo ben lieti di avere qui da noi opere d’arte che non potrebbero che arricchire ancora di più la nostra città e divenire un attrattore turistico, ma bisogna seguire alcune procedure precise da cui non si può prescindere in nessun caso».
Insomma, alla base del ritardo nell’accettazione della donazione, non ci sarebbe alcun pregiudizio o sciatteria, solo l’attesa di una certificazione e di una richiesta ufficiale da parte del donatore che, a sentire l'assessora, al momento manca. «Quanto alla presa di posizione della direttrice del Museo, Marilena Cerzoso, non possiamo che condividerla: quel luogo è pensato per ospitare reperti comunque collegati al nostro territorio, non è adatto per questo tipo di collezione, ne snaturerebbe la filosofia. Posso dire che non appena Roberto Bilotti ci inoltrerà una richiesta ufficiale, non solo saremo ben felici di valutarla ma anche di trovare una collocazione che ne esalti il valore».