La madre, la nonna, i due fratellini. Sono tutti morti per il terremoto che ha colpito il Marocco venerdì sera distruggendo anche una buona parte della sua capitale commerciale, Marrakech. È da qui che viene il bambino del filmato. Gli sono rimasti solo il padre, il nonno e lo zio. E lui sembra guardare l'obiettivo che lo riprende senza vedere speranze. Avrà non più di 10 anni ed è vestito con un pantalone e una maglietta, indossa delle ciabatte, gli abiti che portava quando quei terribili 30 secondi in cui la terra ha tremato gli hanno strappato i suoi affetti più cari.

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Un racconto straziante, il suo, che è solo una delle tante drammatiche testimonianze tra le macerie di chi ha perso tutto. Nei suoi occhi occhi non ci sono più lacrime, ma resta il terrore e il disorientamento: le sue parole, strozzate in gola, escono a fatica. Parla in arabo, spesso abbassa lo sguardo fissandolo a terra e mentre gesticola continuamente con la manina mostra il numero quattro. Forse a indicare la sua tenera età o il numero di quelle persone a lui care che non rivedrà mai più.