Ricorre oggi l’anniversario del terremoto che il 28 dicembre del 1908 devastò Reggio Calabria e Messina. Questa mattina, in riva allo Stretto, il tributo ai marinai russi che per primi soccorsero la popolazione dopo il rovinoso sisma. L’iniziativa delle comunità dei paesi dell’ex Unione Sovietica residenti in città.

Si rinnova l’appuntamento con la memoria del tragico terremoto che all’alba del 28 dicembre 1908 devastò Reggio Calabria e Messina, spezzando la vita di decine di migliaia di persone. Al cospetto della stele eretta presso la villa comunale Umberto I, in segno di gratitudine per il primo soccorso prestato alle popolazioni stremate dai giovani militari della Marina Russa zarista, con il patrocinio del Comune e della Città metropolitana di Reggio Calabria e del Consolato onorario di Bielorussia per Calabria e Sicilia, promossa una commemorazione corale su impulso dell’associazione di promozione sociale Paspartu. Una preghiera in memoria e anche un’occasione per rilanciare un forte monito di pace.

«È importante ricordare gli angeli venuti dal mare per aiutare a reggini e messinesi nel 1908, dopo la morte e la distruzione che aveva seminato il terremoto. Siamo felici e commossi di commemorare quel momento tutti insieme». La memoria del tragico sisma del 1908 non è, dunque, solo dei reggini e dei messinesi, ovvero degli italiani, ma anche dei russi, degli ucraini, dei bielorussi, degli armeni, dei kazachi e di tutti i popoli che sono sempre stati fratelli».

A ricordarlo con commozione è stata Tatiana Potapova, vicepresidente dell’associazione di promozione sociale Paspartu, costituitasi a Reggio Calabria nel 2020 per riunire le varie comunità dell’ex Unione sovietica ormai residenti in città e favorirne l’integrazione. Un sodalizio che, per la fraternità da sempre lo ha contraddistinto, non ha risentito del clima di forte ostilità sfociato ormai da quasi tre anni in un conflitto armato tra Russia e Ucraina.

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