L’emergenza a Rosarno sembra essere rientrata. Almeno quella più grave e imminente. La manifestazione dei migranti è stata ordinata e civile e la città non è stata messa a ferro e fuoco, come si è rischiato e come aveva paventato il neo sindaco Giuseppe Idà
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La politica si è lasciata ad andare ai take di agenzia chiedendo e promettendo interventi e distribuendo solidarietà ai migranti e al carabiniere ferito. In proporzione diversa rispetto al partito di appartenenza.
Il prefetto di Reggio Claudio Sammartino ha riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza proprio per affrontare l’emergenza legata alla tendopoli. Ed ha snocciolato obiettivi ambiziosi: prima il graduale superamento e lo smantellamento dell’inferno di San Ferdinando, subito dopo la definizione di politiche di integrazione e di accoglienza abitativa degli immigrati nella piana di Gioia Tauro, e infine la tutela dei diritti dei lavoratori immigrati.
"C’è bisogno di fare presto, di fare bene, e soprattutto raggiungere questi obiettivi che ci siamo posti, c’è bisogno della collaborazione di tutti. Abbiamo strumenti importanti - ha detto Sammartino - per realizzare tutto questo. Il più prezioso è l'accordo interministeriale che è stato firmato il 27 maggio tra i ministri dell'interno, dell'agricoltura e del lavoro, con le organizzazioni di categoria dei datori di lavoro agricoli, organizzazioni sindacali, organismi e associazioni di volontariato e umanitarie. Altro strumento importante è il protocollo operativo siglato a febbraio di quest'anno e che stasera sottoponiamo a ulteriore verifica operativa per certificare lo stato di avanzamento e le iniziative poste in essere. La ferita che c’è nella piana di Gioia Tauro - ha concluso il prefetto - è così importante che non richiede indugi da parte di nessuno”.
Ma soprattutto si dovrà evitare di fare calare l’attenzione sulla tendopoli. Errore già fatto dopo l’esplodere della rivolta di Rosarno. Fin da allora era in agenda lo smantellamento della tendopoli e un percorso di integrazione per i migranti. Niente di tutto questo è avvenuto. Ad emergenza si è sommata emergenza fino ad arrivare ad una nuova tragedia e ad un altro morto. Continuare a non affrontare la questione sarebbe un errore imperdonabile. E i prossimi lutti sarebbero da attribuire alle classi dirigenti domani più che oggi. Pertanto il prefetto e le amministrazioni mettano in essere tutti gli strumenti a propria disposizione. E non esitino a chiedere collaborazione dal governo. La gestione dei migranti non è un problema di Rosarno o della Calabria. Investe l’Italia e l’Europa e va affrontata senza perdere un solo giorno. E senza abbassare la tensione, appena il dolore e lo sgomento andranno via.
Riccardo Tripepi