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Garbage cans and money on a white background
L’emergenza rifiuti in Calabria è ormai quotidianità, ma ciò nonostante la punta dello stivale è riuscita ad accaparrarsi il paradossale primato di avere uno dei capoluoghi di provincia con il tetto più alto di Tari per il 2016. Si tratta di Reggio Calabria. A dare la notizia è il decimo report nazionale su “Servizi e Tariffe dei Rifiuti” elaborato da Federconsumatori. La tassa sui rifiuti, che ha sostituito la Tarsu, è stata approvata entro lo scorso 30 maggio, con l’obbligo per i comuni che non fossero riusciti a deliberare in tempo di adottare quella dell’anno precedente.
La spesa media calabrese è di 338 euro circa a famiglia. Più del doppio rispetto a quanto pagato da un nucleo di Bolzano e di Trento, piuttosto che della Lombardia. Ma la città meno cara tra i capoluoghi è Vibo con 164 euro di spesa che la collocano nella top ten italiana delle province che sborsano meno.
Le tariffe del 2016 rispetto a quelle del 2010 sono triplicate rispetto all’inflazione nel medesimo periodo. “Sono in buona parte questi gli effetti della riduzione di risorse trasferite ai comuni nelle diverse leggi finanziarie o di stabilità in questa fase lunga di recessione, che ha determinato un calo di trasferimenti dal centro alla periferia in particolare sugli investimenti nel settore scaricandone – spiega Federconsumatori – i costi sui bilanci delle famiglie e delle imprese”.
“A livello nazionale la discarica rappresenta il 34% dei rifiuti in un contesto nel quale la dotazione impiantistica è ancora oggi inadeguata, mal distribuita e insufficiente, in alcune aree obsoleta – denuncia ancora la sigla - in alcune zone del Paese, a volte, le suddette dotazioni sono sovradimensionate e non raggiungono l’obbiettivo della “discarica zero” già raggiunto invece da sei paesi dell’unione, fra i quali la Germania. Anzi quest’ultima ha trasformato il settore dei rifiuti in una proficua attività commerciale, un vero e proprio business”.
Tiziana Bagnato