Quando c'è di mezzo la politica, soprattutto quella con la p minuscola, ogni occasione è buona per fare caciara prim'ancora che lotta sulla base di grandi e giusti ideali. Un po' da tutte le parti. Ed è il caso anche della partecipazione all'ultima partita interna in ordine di tempo della Reggina del presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì, in compagnia peraltro del sindaco della città di Reggio Giuseppe Falcomatà, che ha sollevato un vespaio di polemiche.

Bene, che il governatore reggente sia andato allo stadio su invito della società amaranto pure se il Covid impedisce di fare lo stesso a tutti i tifosi comuni, diciamo così, non ci pare di per sé una vergogna. Un gesto intollerabile, insomma. E proviamo a spiegare il perché. Il motivo sostanziale sta nel fatto che, in concreto, nelle due-tre ore passate al Granillo, per giunta di un giorno non lavorativo (anche se per chi è al vertice istituzionale in una terra assai complessa come la Calabria, il riposo certo e santificato nel fine settimana è un concetto molto aleatorio), avrebbe potuto risolvere chissà cosa. E meno che mai l'infinita emergenza creata dal Coronavirus. Né può inoltre lavorare h24, avendo pur diritto a qualche momento di...evasione al campo sportivo o dove gli pare.

Certo, c'è la storia del privilegio di poter assistere dal vivo - e dunque non solo in tv - a un match della squadra del cuore o comunque nei cui confronti si nutre simpatia. Quest'ultimo dato per la verità lo presumiamo, essendo Spirlì nato non molto distante dallo Stretto. Senza però sapere se sia calciofilo o meno. Ma, al di là di ogni considerazione sul suo effettivo amore "pe u palluni" con quello che combinano i politici da sempre, pur senza volerlo giustificare e ancor meno assolvere, ci pare non ricorrano gli estremi per gridare allo scandalo, se non in punta di...mero principio in modo tuttavia un po' pretestuoso.

Il presidente, però, sbaglia di grosso facendo enorme confusione quando impronta la sua difesa social sul fatto di voler mostrare vicinanza e solidarietà al mondo del calcio faticosamente in pista malgrado un anno o meglio una stagione durissima, iniziata con un lungo stop.

E no, caro governatore. Questo no. Perché proprio nella veste - anche di titolare della delega di Giunta allo Sport - a cui lei si è richiamato, ieri o avantieri avrebbe dovuto essere sugli spalti un tantino meno “nobili” (la stiamo in parte citando) di una qualunque località, pure a due passi da dove risiede, in cui si ospitava un incontro del campionato di Eccellenza o magari persino del massimo torneo regionale di futsal dove di soldi veri (cifre astronomiche) non ne girano.

E sì, caro governatore Spirlì, considerato come sia stato in tali ambiti che si è riusciti a rifar rotolare un pallone su un manto verde, realizzato in erba naturale o sintetica, o su un parquet di un palazzetto con un autentico prodigio ossia senza i mezzi di cui una società di serie cadetta dispone (seppur con tutti i problemi del complicatissimo attuale periodo). Altro che storie e storielle, indipendentemente dallo stigmatizzare il comportamento di chi muove attacchi su chiunque e qualunque cosa a soli fini strumentali. Fatto pure vero e assodato.