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«La Calabria è un fanalino di coda nella classifica sull'accessibilità. Va meglio la situazione nel lametino, ma nelle altre città non ci siamo proprio».
A parlare è il vice presidente della Federazione per il Superamento dell'Handicap per la Calabria Antonio Saffioti. Antonio, affetto da distrofia muscolare dall'età di due anni, da tempo si è impegna per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sul tema dell'accessibilità alle spiagge per i disabili, proponendo anche nuovi metodi per giungere il più vicino possibile al bagnasciuga o denunciando le barriere architettoniche.
Ma c'è ancora molto da fare. Poche le spiagge attrezzate nella punta dello stivale. Secondo il censimento ufficiale della Guida Blu Legambiented 2015 queste si possono contare sulle dita di una mano. Ed è comprensibile se si pensa che per considerare una spiaggia accessibile non basta avere una passerella che congiunga lido e bagnasciuga.
Ma bisognerebbe anche creare un parcheggio riservato, consentire un facile accesso a tutti i servizi, dall'area ricreativa alla ristorazione, avere ausili che consentano di entrare e uscire dall'acqua, inserire nell'area svaghi anche giochi per bambini con disabilità, oltre che un sistema di guida e orientamenti specifici per persone ipovedenti. Banalità per chi è normodotato, chimere per chi convive con una disabilità.