«Pretendo che Anas metta in sicurezza questa strada». A sei mesi da crollo del ponte Ortiano II, sulla Sila Mare, nulla è cambiato. Il sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo, e con lui tutta la popolazione, non ne può più di tempi elefantiaci, di impegni non mantenuti, di una burocrazia tentacolare che proietta la conclusione della (ri)progettazione del ponte crollato e – forse – i lavori nel 2025.

Troppo, un’era geologica, per i longobucchesi che vivono immani disagi, l’isolamento ed anche l’arretramento sociale dettato da una strada che nei fatti c’è ma non c’è. Sabato mattina la popolazione ed il comitato cittadino per Longobucco si sono ritrovati sul luogo del crollo per sensibilizzare Anas e la Regione Calabria.

La gente, insomma, da queste parti non ne può più. Di questa strada si parla da oltre cinquant’anni e la si attende da trenta, mentre continua inesorabile la diaspora longobucchese

In tutto questo, si prospetta un altro inverno difficilissimo per la popolazione, per gli studenti che dovranno raggiungere la costa – Rossano, Crosia, Cariati – o per i pendolari.

La protesta, frattanto, si sposterà e raggiunterà Reggio e Catanzaro. Domani il comitato ha programmato un sit-in davanti al consiglio regionale, mentre il 31 ottobre sarà la volta della sede regionale di Anas a Catanzaro.

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Pirillo: «Adesso basta, abbiamo perso la pazienza»

«Abbiamo manifestato – spiega il sindaco Pirillo – per sensibilizzare l’Anas e la Regione Calabria a fornire risposte certe e concrete alla popolazione di Longobucco. Viviamo un periodo particolare che sta colpendo la nostra cittadina. È arrivato il momento che Anas prenda in mano la situazione, concluda il progetto per la realizzazione del ponte e metta in sicurezza tutto il tratto viario. La popolazione è indignata, abbiamo perso la pazienza e tutti vogliono che la strada sia messa nelle condizioni di servire e collegare Longobucco velocemente con la costa. Peraltro – sottolinea il primo cittadino – sta arrivando l’inverno e rimarremo ancora isolati. La gente è preoccupata per quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni, nelle prossime settimane».

«Non so se ci sia stato un errore di valutazione, perché probabilmente, quando è stata costruita questa strada non si è pensato a quanto potesse accadere nel tempo. Forse quando è iniziata la costruzione della Sila Mare, le caratteristiche erano diverse. Oggi invece ci siamo resi conto, purtroppo, che questa strada non è sicura. Io pretendo che Anas metta in sicurezza questa strada e che possa permettere ai longobucchesi di viaggiare con tranquillità».

Il sindaco addossa tutte le responsabilità all’ente stradale. «Il ministro Salvini ha assunto l’impegno e lo sta mantenendo, mettendo a disposizione il finanziamento necessario, ed appena Anas consegnerà il progetto, quelle risorse saranno erogate, ma la responsabilità è tutta della società che si occupa di infrastrutture stradali, considerando anche che i tempi potrebbero ulteriormente dilatarsi per via di tutti i pareri che dovrà recepire per concludere il progetto ed iniziare i lavori. I tempi della burocrazia sono lunghi, chiedo a tutti di velocizzare le procedure. Chiedo al presidente Occhiuto di farsi carico di questo problema e di intercedere con Anas perché presenti il progetto nel minor tempo possibile».

Tavernise: «Anche più di due anni per rimettere in moto le procedure»

Al sit-in c’era anche il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise. «Lo scorso 3 agosto – racconta ai microfoni di LaC News24 – da un tavolo di confronto con il capo compartimento sud di Anas, Pietro Caporaso, e con il direttore generale del dipartimento Infrastrutture della Regione Claudio Moroni, abbiamo appreso che i tempi utili per la ricostruzione del ponte saranno molto lunghi. In quella riunione hanno dichiarato che serviranno almeno 24 mesi per la conclusione della progettazione e l’inizio del lavori, ma potrebbero essere molti di più se servirà la valutazione di impatto ambientale».

«La cittadinanza di Longobucco non accetta, dopo trent’anni di attesa, ulteriori ritardi. Stiamo ragionando su azioni comuni da intraprendere per far sentire la voce dei longobucchesi. Nel frattempo – conclude il portavoce pentastellato – in consiglio regionale discuteremo dell’interrogazione che ho presentato lo scorso 27 marzo».

La risposta ricevuta da Tavernise è sembrata, però, vaga. «Il tratto a sud, quindi fino al ponte di Caloveto, dovrebbe essere consegnato entro i primi mesi del 2024. Da Ortiano a Longobucco i lavori sono in corso per la messa in sicurezza dei piloni e per il momento Anas è intervenuta su otto di questi su dodici. Mi auguro che queste procedure si possano concludere in breve tempo perché si rischia che il maltempo possa causare anche la chiusura del tratto a nord, da Longobucco arriva ad Ortiano, e questo non lo possiamo permettere».

Campana: «Non riusciamo a concludere una strada ma pensiamo al ponte sullo Stretto»

Il coordinatore dei Verdi-Europa Verde calabresi, provocatoriamente, mette in parallelo il ponte di Ortiano con quello sullo Stretto come metafora dei paradossi italiani.

«Il ministro Salvini – dice Giuseppe Campana – continua a dire che bisogna realizzare il ponte sullo Stretto, ma se non riusciamo a concludere una strada che collega Longobucco al resto del mondo e che i longobucchesi attendono da trent’anni, proviamo ad immaginare cosa potrà accadere tra Reggio e Messina. Quella infrastruttura è uno specchietto per le allodole; abbiamo bisogno di strade, ospedali, medici, e tante altre piccole cose che lo Stato dovrebbe garantire. Non abbiamo bisogno di un ponte sullo Stretto».

«Sono originario di Longobucco, vengo spesso in paese – sottolinea ancora il coordinatore dei Verdi – ed ultimamente ho notato un altro crollo poco più valle del ponte. Peraltro l’imminente stagione delle piogge potrà compromettere ancora di più i lavori e la sicurezza dell’arteria. Al presidente Occhiuto chiedo di abbandonare l’idea del ponte sullo Stretto e di ripristinare i collegamenti ed i servizi nei piccoli centri. Si spendano i soldi del ponte per la sanità e i bisogni della Calabria».

Insomma, a Longobucco tira un’aria tesa e quasi irrespirabile. La popolazione non ne può di attendere – forse invano – chissà quanti mesi ancora (ma sarebbe meglio dire anni), prima di poter intravedere la luce fuori dal tunnel. Alla politica le responsabilità di “accompagnare” Longobucco in Calabria, in Italia ed in Europa, dopo un sogno lungo cinquant’anni.