L'esponente del gruppo misto non ha dubbi: «Sarebbe un segnale forte dello Stato in una terra dove la domanda di giustizia è alta»
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«Insieme ai parlamentari Saverio Romano e Maurizio Lupi, di 'Noi con l'Italia', ho incontrato a Roma il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Abbiamo discusso per circa due ore sul nuovo pacchetto di riforme della giustizia che dovrebbe essere adottato entro giugno». È quanto si legge in una nota del consigliere regionale Antonello Talerico, del Gruppo Misto.
«Si parla - aggiunge - della depenalizzazione e/o rimodulazione del reato dell'abuso d'ufficio e del traffico influenze, del divieto della 'reformatio in pejus' in sede di appello della parte, del ritorno alla prescrizione 'sostanziale', della modifica della disciplina delle intercettazioni, della istituzione di un organo collegiale, in luogo del Gip, per l'applicazione delle misure custodiali, più avanti anche la separazione delle carriere ed alla necessità di intervenire sull'obbligatorietà dell'azione penale. Queste ultime richiederanno tempo, giusta la necessità di una legge di revisione costituzionale. A margine dell'incontro ho rilanciato il tema della sicurezza in Calabria, della situazione di carenza di organico degli uffici giudiziari, della magistratura onoraria e della necessità di creare una Scuola di magistratura nell'area centrale della Calabria, a Catanzaro, sede di una delle Corti di appello più prestigiose e storiche d'Italia, dove si sono celebrati sin dagli anni '60 i primi processi di lotta alla ndrangheta. Ma il Distretto di Corte d'appello di Catanzaro è anche quello dove statisticamente e numericamente si celebra la maggior parte dei processi penali più importanti e dove sono alti la tensione ed il conflitto nei singoli territori tra lo Stato e le associazioni criminali».
Secondo Talerico «proprio per questo, istituire nel capoluogo di regione una Scuola di magistratura non sarebbe soltanto un segnale forte dello Stato, che investirebbe in una terra dove la domanda di Giustizia è alta, ma consentirebbe ai magistrati in formazione di vivere in un contesto in cui i processi si celebrano davvero e non li si racconta solo sulla stampa. Occorreranno sicuramente altri incontri -conclude- ma il ministro Nordio ha aperto un dialogo importante che potrebbe condurci a risultati fino a poco tempo fa neanche pensabili»