Sei giorni per salvare l’aeroporto di Reggio Calabria e capire quali siano le reali intenzioni dei soci della Sogas, la società che lo gestisce. L’udienza che stamane si è tenuta davanti al Tribunale Fallimentare di Reggio Calabria, giudice Caterina Asciutto, è stata interlocutoria ed ha rinviato ogni decisione al prossimo 11 ottobre.


Anche perché per giorno 10 è fissata la scadenza del nuovo bando Enac al quale la Sogas potrebbe prendere parte, ma soltanto nel caso in cui fosse depositata in Tribunale la domanda di concordato in continuità.


Ma per poter presentare la domanda di concordato è necessario che i soci sottoscrivano l’aumento di capitale pro quota e ne versino subito il 25%. E le cifre sono considerevoli a fronte di un passivo accertato pari a 9 milioni di euro.


Davanti al magistrato, dunque, ci si è limitati a prendere atto della sottoscrizione delle quote da parte della Regione per un importo pari a circa un milione di euro e della determinazione della Provincia di Reggio, per volontà espressa del presidente Giuseppe Raffa, di arrivare ad un versamento da 1,4 milioni di euro. Nessuna notizia, invece, dal Comune di Reggio che continua a nicchiare e rimanda ogni decisione al Consiglio comunale. C’è poi da risolvere la questione relativa alle quote di Camera di Commercio e Provincia di Messina che, però, secondo i legali della Sogas, sarebbe facilmente risolvibile. Servirebbe, però, la volontà politica di dare una nuova chance alla Sogas.


Solo la sottoscrizione delle quote potrebbe consentire entro una settimana di depositare la domanda di concordato per partecipare al bando Enac, vitale per il futuro della società. Il nuovo bando, infatti, concede alla società che si aggiudicherà la gestione dello scalo anche tutti i diritti aeroportuali. Elemento di novità che secondo molti potrebbe permettere alla Sogas una gestione non più in perdita.
La lotta contro il tempo ha poi un altro obiettivo: l’articolo 14 della legge Madia prevede per le società fallita che i soci partecipanti non possano costituirne un’altra. Il che, nel caso di specie, vorrebbe dire che Regione, Provincia e Comune rimarrebbero fuori dalla gestione del Tito Minniti che andrebbe ai privati.


Una situazione assai grave anche per le reticenze della politica. Tanto che Oliverio in persona ieri ha lanciato il suo monito.
“E’ successa una cosa che deve fare riflettere - ha detto Oliverio - Purtroppo solo la Regione ha adempiuto al trasferimento delle quote e quindi il Consiglio di amministrazione ha preso atto di questo”. Da qui la decisione del rinvio davanti al Tribunale. Si tratta - ha sottolineato il presidente - di un rinvio più che opportuno perchè si possa ulteriormente riflettere. Perchè l'aeroporto di Reggio Calabria non può correre il rischio di mettere in discussione la sua funzione. Il nostro obiettivo è quello di rilanciare e potenziare il sistema aeroportuale calabrese. Questi giorni che ci separano dall'udienza – ha concluso - devono essere utilizzati per approfondire e riflettere. Invito anche il Comune e la Provincia a farlo”.

 

Oliverio: «Tra le nostre priorità l’aeroporto di Reggio Calabria»

 

E già perché la Provincia si trova nel semestre bianco prima dell’avvio della Città Metropolitana e potrebbe agire solo per l’ordinaria amministrazione, mentre il Comune non ha ancora chiarito la propria volontà. Se deve esprimersi il Consiglio ci si augura, a questo punto, che la convocazione dello stesso arrivi in via d’urgenza.

 

Riccardo Tripepi