«Quelle scritte non sono state fatte su ordine della 'ndrangheta doc, quella che conosco io da 30 anni». E’ il commento del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che su “Repubblica” si riferisce alle frasi apparse sui muri di Locri "più lavoro e meno sbirri" proprio il giorno dopo la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella e alla vigilia della manifestazione in ricordo delle vittime della mafia.

 

Secondo Gratteri quelle scritte sono riconducibili a "gente dell'anti-Stato, che fa il tifo per la 'ndrangheta, ma non la 'ndrangheta doc, quella che da sempre si inabissa per arricchirsi", «io vedo in azione persone che odiano e disprezzano chi lotta contro la mafia e la corruzione». Per Gratteri se alla 'ndrangheta doc «addebitassimo questo gesto la sottovaluteremmo», e poi «la 'ndrangheta non reagisce mai quando ci sono i riflettori accesi e ieri c'erano 50 telecamere, gli inviati di importanti giornali nazionali. No, gli 'ndranghetisti non sono degli stolti».

 

Invece «si tratta di gente che odia le istituzioni, che ha sposato la legge criminale della 'ndrangheta, degli ignoranti stupidi ,ubriachi del suo modo di pensare e agire criminale», «gente ignorante e rozza che ha mitizzato la 'ndrangheta». Gratteri ha anche sottolineato l'importanza del segnale della presenza a Locri di Mattarella non nascondendo peraltro i problemi: «Per fare un decisivo passo avanti ci vuole un codice penale e di procedura e un ordinamento penitenziario diversi, per non rendere conveniente delinquere. Dobbiamo superare il gap dell'istruzione. E' una ricetta di lungo periodo - conclude Gratteri - e purtroppo non vedo una politica che guardi oltre scadenze molto ravvicinate». (Agi)