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PAOLA - Scomunica, inchini, infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle processioni e nei riti religiosi. Non proprio un concilio, ma quasi. I vescovi calabresi sono riuniti nella Basilica di Paola alla ricerca di una linea comune da proporre alla comunità di fedeli dopo l’anatema lanciato dal Papa contro i mafiosi nell’ormai storica visita di Cassano allo Jonio e dopo quanto accaduto ad Oppido Mamertina. L’eco mediatica e le inchieste avviate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria non possono passare inosservate.
La Conferenza episcopale. La chiesa calabrese è ora chiamata a dare indicazioni pastorali precise da dare ai parroci e alle varie comunità. La conferenza episcopale convocata dal monsignor Salvatore Nunnari assume così i connotati della straordinarietà, ma a questo appuntamento i vescovi arrivano quanto mai divisi e con diverse posizioni.
La varie posizioni. Da una parte gli intransigenza di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, che ha proposto il certificato antimafia per le confraternite, e di monsignor Salvatore Nunnari vescovo di Cosenza e presidente della Conferenza episcopale calabra, dall’altra quella di altri presuli come monsignor Luigi Renzo, capo della diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea contrario allo stop delle processioni. In posizione mediana il segretario generale della conferenza episcopale italiano monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano, vicinissimo alla linea espressa da Papa Francesco, e monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria che al santo padre ha proposto di cancellare per dieci anni la figura dei padrini nei battesimi e nelle cresime.