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Sant’Eufemia Lamezia, importante quartiere della città di Lamezia Terme, a quanto pare, oggi sembra essere diventata una sorta di terra di mezzo della città. Sono tanti i lettori che ci scrivono per denunciare il bivacco di numerosi stranieri nei luoghi di maggior degrado del centro lametino. Secondo diversi abitanti della zona, infatti, Sant’Eufemia sarebbe ormai invasa da stranieri, gente che arriva e gente che parte senza alcun controllo. Una presenza che si concentra in alcuni zone della città e che crea non poca preoccupazione tra i residenti.
Altra piaga, sarebbe la prostituzione, sia quelle delle lucciole che esercitano per strada sia la prostituzione nei numerosi condomini del centro urbano. D’altronde che la denuncia non sia solo il frutto dell’immaginazione della gente non ci vuole poi molto a capirlo, basta osservare il movimento che si registra intorno alla stazione ferroviaria in alcuni giorni della settimana in relazione all’arrivo o la partenza di alcune avvenenti ragazze, per comprendere che dietro tale fenomeno ci sia un’organizzazione ben strutturata.
In effetti Sant’Eufemia negli ultimi anni ha avuto una sorta di mutazione genetica rispetto a qualche anno fa. Sognata come il centro regionale nello snodo dei trasporti, considerata la presenza di una delle più importanti stazioni ferroviarie della regione, dell’aeroporto più importante della Calabria e dello snodo autostradale tra i due Mari, alla fine tutto ciò, è rimasto solo un’illusione. In molti avrebbero scommesso che Sant’Eufemia sarebbe stata l’area che avrebbe fatto decollare economicamente l’intera città di Lamezia Terme e, invece, niente di niente. Tanti convegni, tante promesse, tanti progetti ma, alla fine, di tutto ciò, è rimasto solo una montagna di chiacchiere.
L’ultimo serio progetto per Sant’Eufemia, purtroppo, era stato quello legato ai suoi fondatori, il governo fascista. Il 1° gennaio 1936, infatti, nasceva Sant'Eufemia Lamezia, alla sua guida veniva chiamato Francesco Cordaro. L’ultimo Sindaco della cittadina fu invece, Costantino Fittante, ex consigliere regionale e parlamentare della città, poi, Sant’Eufemia, insieme a Sambiase e Nicastro, diede vita alla città di Lamezia Terme, sogno trasformato in realtà dall’on. Perugini. L’aeroporto che pur ha avuto uno sviluppo importante, tuttavia, non sembra aver portato grandi benefici al centro della piana, milioni di persone che ogni anno transitano da quell’aeroporto, arrivano e vanno via, senza lasciare molto al quartiere lametino. In tanti anni, non è sorto nemmeno un polo alberghiero degno di questo nome all’aeroporto. Per non parlare della stazione ferroviaria, un tempo fiore all’occhiello della città ma, poi, nella seconda metà degli anni 80, declassata, paradossi dei paradossi, proprio quando un politico cittadino, il senatore Giuseppe Petronio, ricopriva il ruolo di sottosegretario ai Trasporti.
Sullo sfondo il vecchio zuccherificio, anch’esso archeologia dell’industria fascista, oggi monumento simbolo dell’immobilismo della classe politica lametina. Nel corso degli anni, sullo zuccherificio, tanti i progetti di riconversione, finanche una proposta della catena alberghiera Hilton, il progetto prevedeva il collegamento tra l’hotel con l’aeroporto attraverso una pista mobile. Nulla di fatto. Anzi, tante liti tra i politici della città, tra coloro che ne volevano fare un museo di archeologia industriale e coloro, invece, che volevano abbatterlo per far posto a qualcosa di radicalmente nuovo. Si potrebbe dire a questo punto, che Sant’Eufemia Lamezia, “lentamente muore”: con l’invasione senza controllo di stranieri, con il commercio ormai esclusivamente in mano ai cinesi, con la prostituzione di alto e basso bordo. Un declino lento e malinconico, quasi quanto la vecchia locomotiva sistemata nel parcheggio alle spalle della stazione, luogo di prostituzione e di incontri al buio. Sant’Eufemia muore, seppellita dall’inconcludenza e dalle chiacchiere dei suoi politici.
(Pa.Mo)