Questa mattina i vigili del fuoco di Scalea hanno reso omaggio alla patrona, Santa Barbara, con una cerimonia celebrata nella caserma di via Fiume Lao, alla presenza del capo del distaccamento, Sergio Dattilo, di tutta la squadra dei caschi rossi in servizio nell’alto Tirreno cosentino e degli ex colleghi, oggi in pensione. All’evento hanno preso parte anche l’amministrazione comunale, con a capo il sindaco Giacomo Perrotta, gli agenti della Polizia municipale e gli agenti della Polizia stradale di Scalea. Ad officiare la messa, invece, è stato don Fiorino Imperio.

Un segno di gratitudine

«È soprattutto un atto di gratitudine verso questo corpo dei vigili che è fondamentale, non solo per la città di Scalea, ma per tutto il comprensorio - ha detto il sacerdote, molto noto nel territorio -. La cronaca ci dice che molti vigili del fuoco hanno dato la propria vita per proteggere altre vite. Questo è il cuore del Vangelo, non c'è amore più grande di chi dà la vita per gli altri. Per cui noi oggi siamo qui a dire grazie a coloro che hanno messo la vita degli altri prima della loro e per certi versi questo è il Vangelo vissuto al di là di ogni logica, al di là di ogni retorica. Lì dove c'è gente che si spende per regalare tranquillità, sicurezza a noi comuni cittadini, ci sono i semi dei germogli del Vangelo e noi siamo qui oggi proprio per stare insieme e fare cordata, a sollecitarci a vicenda a camminare su questa strada, perché la cosa più bella, che credo renda sensata la vita - ha concluso -, è avere qualcuno per cui vivere, qualcuno per cui spendersi». Dopo le preghiere, si è tenuto un piccolo rinfresco per i presenti.

La storia di Santa Barbara da Nicomedia

La storia di Santa Barbara risale a molti secoli fa ed è riportata sul sito del Ministero dell’Interno. «Santa Barbara - si legge - nacque a Nicomedia (la moderna Izmit turca) nel 273 dopo Cristo e per la chiesa cattolica è la santa che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c'è alcuna via di scampo. È stata eletta, infatti, patrona dei Vigili del Fuoco, in quanto protettrice di coloro che si trovano "in pericolo di morte improvvisa"». Ed ancora: «Barbara era l'unica figlia del ricchissimo Dioscoro, che impersonificò il più fanatico nemico dei cristiani nella città di Nicomedia. Fu educata da alcuni precettori, tra cui Origene, che la battezzò e la istruì segretamente alla religione cristiana. Il padre aveva destinato Barbara in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò di sposarsi. Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana. Venne allora rinchiusa in una cella della fortezza di Nicomedia. Nella prigione, un giorno, si sprigionò un incendio: Barbara uscì viva dalle fiamme. Dopo questo episodio, il padre stesso la decapitò ma, eseguita la sentenza, un fulmine si abbatté su di lui uccidendolo. Da allora Santa Barbara viene invocata contro il fulmine e i pericoli del fuoco. È, inoltre, la protettrice di chi usa la polvere da sparo. Proprio per questo i depositi di armi ed esplosivi vengono chiamati "Santabarbara". È anche la patrona della Marina Militare, degli artiglieri, degli armaioli, dei cannonieri, dei campanari, dei carpentieri, dei minatori, dei pirotecnici, degli ombrellai, dei tessitori, dei metallurgici e degli architetti».