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È il Piemonte, con un punteggio pari a 492,1, la regione in testa per efficienza del sistema sanitario italiano, strappando la prima posizione al Trentino Alto Adige, mentre la Calabria si conferma la regione “più malata” del paese.
In totale sono quattro le realtà territoriali definite “sane”, nove le aree “influenzate” e ben sette le regioni “malate”. Crolla il Lazio che precipita di ben 10 posizioni rispetto all’anno precedente, collocandosi nell’area delle regioni “influenzate”. Escono, inoltre, dall’area delle realtà sanitarie d’eccellenza, Umbria e Liguria. Al Sud la migliore perfomance spetta al Molise.
Nel 2016, inoltre, circa 10 milioni di italiani, pari al 17,6%, hanno rinunciato a curarsi per le lunghe liste di attesa o perché, non fidandosi del sistema sanitario della regione di residenza, non hanno potuto affrontare i costi della migrazione sanitaria ritenuti troppo esosi. É quanto emerge dall’IPS, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato, per il secondo anno consecutivo, dall’Istituto Demoskopika sulla base di sette indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, spesa sanitaria, famiglie impoverite a causa di spese sanitarie out of pocket, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, costi della politica.
Spese legali: “litigare” costa oltre 523 mila euro al giorno. Calabria “maglia nera”. Nel solo 2016, le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, sostenute dal comparto sanitario italiano ammontano a poco più di 191 milioni di euro, circa 523 mila euro al giorno. Sono le strutture sanitarie meridionali ad essere più litigiose concentrando oltre il 60% delle spese legali complessive, pari a poco meno di 120 milioni di euro. È la Calabria, con una spesa pro-capite di 9,9 euro e un ammontare in valore assoluto pari a 19,6 milioni di euro, a guidare la graduatoria del comparto sanitario pubblico più “avezzo” a contenziosi e sentenze sfavorevoli. A seguire, nella parte più bassa della classifica, la Basilicata, l’Abruzzo, la Toscana, la Sicilia e la Campania.
Spesa sanitaria: situazione più vantaggiosa al Sud. La spesa più performante si è verificata in numerose regioni del Mezzogiorno alle quali, di conseguenza, è stato attribuito un punteggio più alto nella classifica parziale dell’indicatore. In testa la Campania con una spesa sanitaria per residente di 1.689, segue la Sicilia con 1.696 euro e la Calabria con 1.698 euro.
Impoverimento sanitario: la Calabria tra le realtà più “toccate”. L’indicatore “famiglie impoverite” esprime, in termini percentuali, le famiglie residenti che a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) sono scese al di sotto della soglia di povertà. A finire nell’area dell’impoverimento, a causa delle spese sanitarie out of pocket, sono soprattutto le famiglie in Calabria (6,9 punti) con una quota del 3,48% quantificabile in circa 28 mila nuclei familiari. Seguono la Sicilia, l’Abruzzo e la Campania. Capovolgendo la classifica, è il Piemonte a meritare il ranking migliore in questa graduatoria parziale, con una quota percentuale di appena lo 0,24% di nuclei familiari scesi al di sotto della soglia di povertà e stimabile in circa 4.800 famiglie. A seguire, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e la Lombardia.