Le nuvole nere che si addensano sull’economia italiana sono sempre più minacciose. La piena ripresa delle attività produttive dopo la pausa estiva e il ritorno dalle vacanze delle famiglie che se le sono potute permettere, sono momenti carichi di incognite.

L’unica certezza è l’aumento vertiginoso dei prezzi, con il gas che ieri ha fatto segnare un nuovo record arrivando a toccare quota 340 euro per megawattora.
«Senza un intervento immediato per attutire l'impatto degli aumenti di energia e gas, le piccole imprese di turismo e terziario si troveranno a pagare nei prossimi 12 mesi una maxi-bolletta da 11 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Una stangata insostenibile, che rischia di mettere fuori mercato 90mila attività».

A lanciare l'allarme è Confesercenti che, sulla base delle tariffe attuali di luce e gas, ha calcolato l'aggravio dei costi che dovranno sostenere le imprese con meno di 20 dipendenti che operano nel turismo e negli altri comparti del terziario, dal commercio ai servizi.

I settori più a rischio

A pagare la bolletta più salata saranno le imprese del comparto della ristorazione, che si troveranno a spendere - a parità di consumi - quasi 2 miliardi di euro in più (+1.944 milioni), mentre per i bar e le altre attività senza cucina l'aggravio sarebbe di poco più di un miliardo di euro (+1.045 milioni).

Sarebbe una stangata insostenibile, dichiara l'associazione: «Senza sostegni, il sistema delle piccole imprese rimarrà schiacciato dall'aumento di costi. Il governo in carica agisca utilizzando tutti i poteri di cui dispone», commenta la presidente Patrizia De Luise.

Di grande rilevanza - sottolinea Confesercenti - anche l'impatto sulla ricettività alberghiera: per hotel, pensioni e alberghi di piccole dimensioni l'esborso aggiuntivo sarà di oltre 1,5 miliardi di euro. Per i negozi di vicinato, invece, il caro-bollette costerà 912 milioni di euro in più, mentre l'aumento di spesa per i distributori carburanti italiani sarà di +436 milioni di euro in dodici mesi.

Bollette salatissime

I rincari avranno un effetto negativo anche sui consumi. Bollette e inflazione stanno spingendo le famiglie a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall'aumento delle spese fisse. La quota di spesa media mensile impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), passa dal 37,4% del 2021 al 38% del 2022, e anche l'incidenza della spesa per trasporti aumenta di 0,7 punti. A farne le spese sono praticamente tutte le altre voci, con diminuzioni registrate da bevande, abbigliamento e calzature, comunicazione, ricreazione, spettacoli e cultura, persino spese per la salute.

«Servono interventi mirati per le attività di minori dimensioni - suggerisce l'associazione - Fino ad ora si è intervenuto soprattutto a favore delle imprese medio-grandi: il credito di imposta, ad esempio, è destinato solo ad utenze sopra i 16,5 kW di potenza. Occorre, invece, ampliarlo ed estenderlo anche alle piccole, prorogando gli interventi di sostegno almeno fino al 31 dicembre 2022; ma servono anche rateazioni lunghe per attutire lo shock. Al tempo stesso, bisogna spingere l'acceleratore sulla diversificazione delle fonti e favorire, a partire dalla leva fiscale, anche consorzi d'acquisto e produzione di energia pulita».

Previsione catastrofica

Anche più pessimistica la previsione di Confcommercio, che un paio di giorni fa ha lanciato il suo allarme, parlando di 120mila imprese del terziario e 370mila posti di lavoro a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023.

La stangata sulle famiglie

Anche fare semplicemente la spesa al supermercato comporterà un salasso. Secondo Codacons la stangata d'autunno sarà in media di 711 euro in più a famiglia tra settembre e novembre.

La prima spesa sarà quella alimentare con incrementi medi dei prezzi del 10% su base annua. Un nucleo di 4 persone si ritrova così quest'anno a spendere 172 euro per i primi rifornimenti alimentari post-vacanze, con una maggiore spesa di circa 16 euro rispetto al 2021.