Oltre 140 mila case abusive. Molti, troppi comuni non dotati di un Piano di Protezione Civile o che, comunque, non si sono adoperati per diffonderne i contenuti, per fare conoscere alla popolazione le eventuali vie di fuga e i punti di raccolta.

 

 

Non sono buoni i presupposti attorno a cui è stretta la Calabria. Ora che il terremoto ha colpito il Centro Italia si torna a parlare di buone pratiche e di piaghe mai saldate. Come, appunto, quelle centinaia di migliaia di case abusive che sono state censite dall'Agenzia delle Entrate. Abitazioni senza alcun requisito antisismico e che nel caso di un sisma cadrebbero giù come pastafrolla.

 

 

A dirlo è la Protezione Civile Calabrese e i dati preoccupanti riguardano anche, perfino, i nosocomi. Secondo i dati della  commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale citati dal Quotidiano del Sud, nella punta dello Stivale insistono gli ospedali più a rischio. Non se la passano meglio le scuole, molte delle quali prive di certificato di agibilità e  senza rispetto di norme di sicurezza antisismica.

 

 

A dover far tremare i polsi ai calabresi è anche la faglia che taglia lo stretto di Messina. Pericolosa e attiva.