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Roma - Detto, fatto, spedito. Il premier Matteo Renzi ha messo il suo autografo sul decreto di sospensione di Giuseppe Scopelliti dalla carica di presidente della giunta regionale secondo quanto previsto dalla legge Severino. Lo ha fatto mercoledì scorso a margine dell’ultima seduta del consiglio dei ministri. E dopo aver firmato, il decreto è subito stato trasmesso al prefetto di Catanzaro che, verosimilmente, lo notificherà alla presidenza del consiglio regionale.
L’ex governatore, condannato in primo grado a sei anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici nell’ambito del processo sul cosiddetto caso Fallara, ha neutralizzato gli effetti della sospensione dimettendosi dalla carica qualche ora prima che il presidente del consiglio firmasse il decreto e, comunque, prima della notifica dell’atto che avverrà forse nella settimana che sta per arrivare.
La prossima mossa toccherà ora al Consiglio regionale che dovrà riunirsi entro il 9 maggio per ratificare le dimissioni di Scopelliti. Un adempimento necessario e improcrastinabile. Per legge non sono ammessi ulteriori rinvii. Non a caso il 7 maggio è in programma a palazzo Campanella la conferenza dei capigruppo, chiamata a convocare l’assemblea e a stabilire l’ordine del giorno che, oltre alla presa d’atto delle dimissioni di Scopelliti, dovrà prevedere anche la riforma della nuova legge elettorale con la quale si andrà verosimilmente al voto nel prossimo autunno quando i cittadini saranno chiamati al rinnovo del consiglio regionale. Per come sancito dalla corte costituzionale, dalla prossima legislatura nell’astronave ci sarà posto, al massimo, per trenta componenti. Una cura dimagrante che lascerà disoccupati quasi la metà degli attuali consiglieri regionali.