«La Calabria è molto fertile nelle relazioni, piena di competenze e di volontà di formarsi. Sono stata ad Ecolandia ad Arghillà, luogo di prossimità per eccellenza che genera bellezza, sostenibilità e cultura in un quartiere problematico. Questa è l’energia speciale necessaria per uscire da una logica prestazionale e strettamente progettuale e abbracciare le aspirazioni delle persone. Dal nostro osservatorio in questo territorio ci sono l'approccio collaborativo e l'apertura tra Enti del Terzo Settore giusti per costruire prossimità», così Anna Vettigli, vicepresidente nazionale di Legacoopsociali, tra gli ospiti della due giorni di formazione promossa a Reggio Calabria dal consorzio Macramè per dibattere su “Innovazione e Terzo Settore: co-programmare, co-progettare”.

Gli incontri, suddivisi in tre sessioni ospitate a Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, sono stati promossi nell’ambito del progetto Giano – Conoscere il passato e guardare al futuro del Pon Legalità 2014-2020 rivolto ad associazioni e cooperative che gestiscono beni confiscati, in partenariato con Legacoop Calabria e il Forum del Terzo Settore.

Dai servizi alle politiche

Un’occasione per fare il punto anche sulle sfide che attendono il welfare in questo frangente, dalla progettazione integrata alla crescita delle e nelle relazioni, ad una programmazione condivisa da far quadrare con le normative esistenti in materia. I nodi da sciogliere non mancano ma c’è chi è ottimista.

«La forza della Calabria in questo momento è proprio l’arretratezza delle procedure. La loro revisione è un’occasione per invertire il paradigma dai servizi e dalle strutture alle politiche di benessere della comunità. La ricerca di alleanze tra Terzo settore e Pubbliche amministrazioni è necessaria per condividere obiettivi che rendano le politiche sociali uno strumento di sviluppo delle comunità e non solo attività o servizi per persone in difficoltà. Io sono fiducioso perché registro in Calabria un fermento molto vivo in questa direzione», ha sottolineato Luciano Squillaci, portavoce del Forum del Terzo Settore Calabria.

La sfida della prossimità

Il cambio di paradigma è dunque fondativo di un’evoluzione che ponga al centro la persona, titolare di aspirazioni prima che portatrice di bisogni.

«Lo scatto dai servizi alle politiche si definisce necessariamente attraverso un cammino di autentica prossimità, intesa come agire comune, come slancio verso un orizzonte condiviso in cui le persone manifestino disponibilità ad una dimensione nuova del loro essere e stare con l’alterità. Un percorso che si nutre di incontri tra persone e di storie di alleanze», ha spiegato Gianfranco Marocchi, direttore di Impresa Sociale e co-direttore della Biennale della Prossimità giunta quest’anno alla sua 4^ edizione, in programma a Brescia a giugno.

Convergenze e alleanze

«La prossimità è la rincorsa del sogno e non solo del bisogno. In questa ottica, il nostro percorso è contrassegnato dalla ricerca tanto scomoda quanto necessaria di convergenze e di alleanze, in cui non vi sia un soggetto privato che eroga un servizio e un soggetto pubblico che si libera della questione mettendo a gara la gestione di un servizio. La nostra scommessa è incentrata proprio su una relazione virtuosa tra pubblico e privato che consenta una crescita del territorio nel suo complesso. Come consorzio abbiamo attivato sul territorio numerose esperienze alla ricerca di un approccio con le persone e con le comunità. Solo per citarne due, quello sperimentale di Sviluppo di Comunità nel quartiere di Pellaro e Impronte a Sud, un autentico laboratorio di generazione di prossimità che mette al centro le persone e le sue aspirazioni», ha concluso Giuseppe Carrozza, direttore del Consorzio Macramè.