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Reggio Calabria - Dopo la visita al porto di Gioia Tauro, il sopralluogo al santuario di Polsi, le numerose audizioni in Prefettura a Reggio, la commissione parlamentare antimafia ha tirato le somme e tracciato il bilancio della due giorni reggina. La visita in riva allo Stretto ha fornito diversi spunti nella sempre più complessa lotta alla ‘ndrangheta. Per contrastarla serve una legge speciale. “Una legge – chiarisce la presidente Rosy Bindi – capace di intervenire sulle condizioni economiche e sociali di una regione povera come la Calabria e creare i requisiti necessari per incidere sul lavoro”
Esplicito il vice presidente dell’organismo bicamerale Claudio Fava che lancia l’allarme sul possibile inquinamento di questa campagna elettorale da parte della ‘ndrangheta, sempre più interessata ad infiltrarsi e a condizionare le istituzioni.
“La preoccupazione – sottolinea Fava – è che la ‘ndrangheta si stia preparando a correre in questa campagna elettorale, che si stia preparando a tornare o a stare al governo le istituzioni. La disponibilità di voti e la possibilità di utilizzare questi voti per avere una propria presenza e una propria rappresentanza nelle amministrazioni comunali è un’ipotesi che per la ndrangheta è in campo”
E mentre risuona l’allarme elezioni, sembra ormai improcrastinabile modificare la legge sullo scioglimento del comuni. L’attuale normativa è considerata da più parti insufficiente ed inefficace. Allo studio misure che possano colpire gli apparati amministrativi degli enti laddove la ‘ndrangheta si annida e si infiltra con maggiore facilità
E’ necessario – ribadisce Rosy Bindi fare una proposta di modifica sulla legge di scioglimento dei Comuni, perché l’attuale normativa non è sufficiente. Abbiamo fatto un primo lavoro sui beni confiscati, il prossimo sarà sugli enti locali”.
E sul significato della presenza della commissione al Santuario di Polsi la Bindi è ancora più chiara: “Polsi è un luogo fortemente simbolico tanto per la comunità come per la ‘ndrangheta. Non può essere utilizzato per le loro riunioni, per affermare il loro potere. Per questo abbiamo avuto un’interlocuzione importante anche con i rappresentanti della Chiesa lì, perché come la ‘ndrangheta non può usare la Chiesa, la Chiesa non può farsi usare dalla ‘ndrangheta”.