Un edificio templare di epoca romana, si ipotizza di età Augustea, forse di prima età Giulio Claudia, di cui è stata raggiunta la fossa di fondazione, quel che è stato lasciato delle scale di ingresso e i muri legati a esso legati. Ancora altri due muri emersi, di età precedente, ellenistica, e la parte di struttura medievale. Con stratificazioni che si spingono almeno fino a oltre 2000 anni fa: ecco le tracce significative dell'area sacra della città antica. Un'area marginale ma importante per il collegamento con il territorio a Sud della città, stabilmente occupata, non solo frequentata, che oggi ricade nel centro storico della città a piazza Garibaldi.

Due campagne di scavi archeologici, la prima nel 2016, dopo il rinvenimento che bloccò la costruzione di un parcheggio, e questa conclusasi qualche giorno fa, hanno portato alla luce questi tesori. Attorno a questi scavi si vedono già asole verdi e tratti di marciapiede che unitamente a camminamenti consentiranno l'accesso al pubblico e l'avvicinamento ai reperti in modo da rendere questa scoperta fruibile.

Il punto sui lavori

Dopo la pausa per programmazione delle opere di completamento, lo stallo e il subappalto, la ripresa lo scorso gennaio, si è conclusa, dunque, la campagna di scavi archeologici a piazza Garibaldi, nel centro storico di Reggio Calabria. L'appalto sarà chiuso il prossimo 31 marzo.

«La direzione lavori verifica l'andamento ogni giorno. Tutto dipenderà dal tempo che certamente ultimamente non ha aiutato. Gli scavi archeologici sono finiti. Si stanno approntando le opere di riqualificazione. Se ci saranno altri fondi o economie occorrerà procedere con nuovo progetto e nuova gara per ulteriori indagini archeologiche. Questo appalto, infatti, si concluderà il 31 marzo e non sarà prorogato». È quanto spiega l’architetta Michelangela Vescio, direttrice dei lavori e progettista con Giuseppina Vitetta, degli «interventi di messa in sicurezza degli scavi per la valorizzazione e la fruizione dei resti archeologici».

La campagna di scavi, coordinata da Marilena Sica in costante collaborazione con l’archeologa Silvia Ferrari e la disegnatrice Domenica Vivace, e il cui direttore scientifico è Fabrizio Sudano, è stata finanziata dal Comune di Reggio Calabria ed è stata seguita dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia.

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