È stata inaugurata oggi la Gallico-Gambarie, la strada a scorrimento veloce che collega in pochi minuti la zona marina dello Stretto all’Aspromonte. Presenti alla cerimonia le massime autorità civili, religiose e militari del territorio.

Cannizzaro: «Opera del popolo»

«È nostra responsabilità, di chi fa politica, nell’esercizio delle proprie funzioni, dare vita e ossigeno a questi fondi. Io mi metto già al lavoro, anticipando questo impegno nella manovra finanziaria del Governo, e tenterò di avviare un percorso concreto. Invito anche te, sindaco, a fare altrettanto con la Città Metropolitana, e sono certo che riuscirai». Così il deputato reggino di Forza Italia Francesco Cannizzaro.

«Questa è un’area straordinaria: l’area dello Stretto. Penso alla Gallico-Gambarie, a un aeroporto già in fase di ampio sviluppo, ma credo che siamo solo all’inizio. Immagino già, caro sindaco, quando nelle prossime settimane sarai chiamato dalla Regione Calabria per sottoscrivere la convenzione per due opere fondamentali che abbiamo voluto e sollecitato al Governo regionale: la San Roberto-Campo Calabro e la Sant’Agata-Cardeto. Insieme alla Città Metropolitana, le realizzeremo grazie al finanziamento già ufficiale e pronto per essere attivato con la convenzione» ha proseguito.

«L’area dello Stretto, con queste infrastrutture a pettine, può ambire a traguardi straordinari. Penso al Ponte sullo Stretto – opinioni diverse a parte – e all’aeroporto, come già menzionato. Questa è una zona unica, con un potenziale straordinario in termini di accoglienza, occupazione, sviluppo culturale ed economico, e può diventare il vero cuore del Mediterraneo».

Dopo aver ringraziato tutti i tecnici e gli operai, Cannizzaro ha speso parole di ringraziamento anche per l’ex governatore Giuseppe Scopelliti. «È grazie a lui che questa opera è stata finanziata».

Falcomatà: «Momento di grande orgoglio»

«È un momento di grande orgoglio, e lo dico da sindaco, da istituzione che ha avuto e ha l’onore di scrivere l’ultima riga di una storia lunga quarant’anni, con la piena consapevolezza che questa è un’opera che attraversa stagioni politiche e cicli importanti. È un’opera più grande di me, sotto tutti i punti di vista, in particolare quello anagrafico. Tuttavia, è un’opera che ha tanti padri, ed è fondamentale oggi riconoscere il contributo di tutti coloro che, ricoprendo ruoli istituzionali, hanno scritto un pezzettino della storia di questa infrastruttura, di quest’opera pubblica. Regione, Provincia, parlamentari, e così via: citeremo tutti durante l’inaugurazione. Ognuno di loro deve sentirsi orgoglioso della giornata di oggi e percepire questa opera pubblica come propria». Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

«Le strade uniscono, le infrastrutture materiali uniscono, ma questa opera dimostra quanto anche noi dobbiamo unirci rispetto all’infrastruttura più importante: quella immateriale. Mi riferisco alla necessità che opere come questa ci facciano riflettere su quanto la politica, in relazione a servizi, opere pubbliche, infrastrutture o battaglie per lo sviluppo del territorio e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, debba dimostrare autorevolezza, maturità e capacità di unirsi. È necessario svestire le casacche di partito per indossare l’unica possibile: quella amaranto» ha sottolineato il primo cittadino. 

«Sappiamo bene che quest’opera non risolve i problemi di un sistema di trasporti nel Mezzogiorno o nella nostra regione. Non risolve il problema di accessibilità e mobilità, ma ci impegna a chiedere di più, affinché lo Stato e il Governo nazionale investano su questo territorio come hanno fatto in altre zone del Paese. Allo stesso tempo, però, è la dimostrazione che unire mare e montagna in soli venti minuti può eliminare l’ultimo alibi allo sviluppo turistico ed economico di queste zone. Consente a tanti cittadini di restare e a molte persone di tornare in luoghi che finora sono stati isolati e tagliati fuori da opportunità di sviluppo» ha aggiunto Falcomatà. 

«È un’opera che guarda ai giovani di oggi, ma anche a chi è adulto e ha dovuto affrontare difficoltà come percorrere tornanti stretti per andare a scuola, rientrando a casa tardi. Oggi abbiamo qui tanti ragazzi, come quelli dell’istituto Righi, che hanno seguito questo cantiere. Quest’opera porta ancora le ferite e le tragedie di chi ha perso la vita su queste strade, spesso cercando di raggiungere il prima possibile un ospedale o un presidio sanitario. A loro dobbiamo questo: nei nostri territori, il diritto alla mobilità è anche necessariamente il diritto alla vita».

«Dentro quest’opera pubblica c’è tutto questo: il diritto alla mobilità, il ricordo delle vittime, ma soprattutto l’idea che la montagna, l’Aspromonte, possa passare da terra di isolamento e inaccessibilità – tristemente nota per i sequestri di persona – a elemento di riscatto e di orgoglio identitario per Reggio e per la Calabria». Presenti al taglio del nastro anche il senatore del Pd Nicola Irto, il prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro e l’assessore regionale Maria Stefania Caracciolo