VIDEO | La misura stabilita dalla Legge di Bilancio 2023 è dedicata alle Città Metropolitane quale sostegno per chi si trova in povertà assoluta e per contrastare lo spreco del cibo (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Attualità
Partirà dalle Città metropolitane, e quindi anche da Reggio Calabria e Messina, la sperimentazione del “Reddito alimentare”, sostegno per chi si trova in povertà assoluta e per contrastare lo spreco del cibo. La misura è inserita nella Legge di Bilancio 2023, appena entrata in vigore.
Il sostegno si sostanzia nell’erogazione di pacchi alimentari, quindi cibi e bevande su tutto, messi insieme dall’invenduto della grande distribuzione alimentare. Dove per invenduto si intende tutta quella quantità di cibo che i supermercati buttano via ogni giorno perché ormai non idonei alla vendita. Il che significa tutta quella grande quantità di cibi con confezione rovinata o prossimi ormai alla scadenza.
I beneficiari del reddito alimentare 2023 sono coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta nelle città metropolitane. Tuttavia, considerando la difficoltà di prevedere fondi per garantirlo a tutti, il Parlamento ha stabilito che sarà un Decreto attuativo del Ministero del Lavoro a definire quale sarà l’esatta platea dei beneficiari.
Reddito alimentare, come funzionerà
Il Reddito entrerà a pieno regime nel 2023 grazie anche all’opera dei soggetti del Terzo settore, che gestiranno la raccolta e la distribuzione dei beni (I soggetti fragili, i pensionati e i non autosufficienti, invece, lo riceveranno direttamente a casa).
Il cibo, come detto, verrà recuperato dai prodotti ancora buoni di qualità ma non venduti dalla grande distribuzione di supermercati e ipermercati; queste saranno usate per comporre i pacchi alimentari che potranno essere prenotati attraverso un’applicazione (da scaricare sui propri smartphone o qualunque dispositivo mobile) dagli aventi diritto (categorie fragili, come persone e anziani non autosufficienti). Non è ancora chiaro come presentare domanda visto che, come detto, bisognerà aspettare il decreto attuativo che dovrebbe arrivare entro la fine di febbraio.
Le risorse si troveranno grazie ad un Fondo istituito appositamente dal Parlamento, con una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per ciascuno degli anni a decorrere dal 2024. La misura promette di aiutare almeno 3 milioni di italiani, come ha dichiarato lo stesso Marco Furfaro primo firmatario dell’emendamento nella sua relazione in Commissione Bilancio.