È un vero leit motiv il tema dell'insegnamento dell'arbërist in occasione della visita del presidente albanese alle comunità arbëreshe della Calabria. Il senso di identità, ancora fortissimo, è messo a rischio dalla perdita della lingua e questo è il grido che si alza ovunque.

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In alcuni paesi arbëreshë il danno è più grave - si pensi a Mongrassano in provincia di Cosenza, dove la lingua è perduta, o a Gizzeria in provincia di Catanzaro, che si stenta a credere sia di origine arbëreshe. Il numero delle comunità perdute che si possono annoverare tra quelle di origine arbëreshe non finisce qui. Per questo motivo il mondo arbëresh si sta organizzando in maniera decisa per attivare corsi di insegnamento della lingua, laddove in molti nuclei familiari questo insegnamento naturale non avviene più.

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“Zakoni sjellen ndjeshmërinë” (l'abitudine determina la sensibilità) e tale abitudine nel corso dei decenni precedenti ha subito gli stessi danni delle altre parlate locali della Calabria, con la lotta ai dialetti dichiarata a livello nazionale. La Chiesa, da sempre veicolo del mantenimento di lingua e tradizioni, affronta la crisi generale dell'abbandono da parte dei più giovani e ha il suo lavoro da compiere, non resta che affrontare uno sforzo collettivo per arrestare il processo, soprattutto in una fase in cui i rapporti con l'Albania diventano decisivi sul piano dello sviluppo economico della Calabria, che detiene il diritto di prelazione con l'Albania proprio grazie alla presenza delle numerose comunità albanofone.

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Quella arbëreshe è una cultura che deve continuare ad essere produttiva, a creare valore e “krijimtaria vjen nga ndjenja e identitetit” (la creatività nasce dal senso di identità). È dunque un “angazhim” (impegno) preso da parte delle istituzioni e della collettività, finalmente, quello di preservare il patrimonio più prezioso delle comunità umane: la loro lingua. L'attualità ci racconta una storia diversa da quella del passato e l'Arbërist è ormai uno dei promotori culturali ed economici della Calabria odierna.