VIDEO | Dalla cerimonia si è badato bene a tenere fuori le polemiche di questi giorni. Non hanno parlato Salvatore Tripodi e Domenico Lazzaro, i due iscritti all'Anpi che nel 1971 avevano preso la tessera dell'Msi
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Prima la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, poi la partita di calcio tra una rappresentativa della sezione Pci e una squadra amatoriale di Polistena. Anche quest’anno la Festa della Liberazione, tra i suoni della banda e il tricolore ai balconi, è stato il solito concentrato di emozione e aggregazione e, nella cittadina da 40 anni amministrata quasi ininterrottamente dai comunisti governano da 40 anni, si è badato bene a tenere fuori dalla cerimonia le polemiche di questi giorni.
Non hanno voluto fare dichiarazioni né Salvatore Tripodi né Domenico Lazzaro, i due iscritti all’associazione dei partigiani che nel 1971 presero la tessera del Movimento sociale, partito all’epoca della destra post fascista molto radicato a Polistena.
Un silenzio carico di significati, il più importante serve a non smentire – ed è la seconda volta – quanto documentato nel servizio di LaCnews24 sui due ex missini, ai quali il Pci aveva espresso solidarietà aggiungendo rivelando il particolare inedito relativo a Salvatore Tripodi, che per diversi anni successivamente divenne il più stretto dei collaboratori del sindaco e senatore Girolamo Tripodi.
Chi invece a margine della cerimonia ha accettato di parlare, è stato l’attuale sindaco Michele Tripodi che, pur non parlando delle polemiche che attraversano l’Anpi nazionale – con il presidente Pagliarulo accusato di ambiguità rispetto alla guerra tra Russia e Ucraina – ha rilasciato una dichiarazione incentrata sul diritto ad avere posizioni diverse rispetto al conflitto in corso. «In una società che ormai volge al qualunquismo – ha detto - è giusto difendere i valori della democrazia e anche del pluralismo perché in uno Stato autenticamente democratico è giusto che vi siano opinioni diverse anche sugli eventi internazionali».